Protagonista della recente cronaca locale per l’inatteso quanto straordinario ritrovamento della statua in alabastro della Madonna della Catena, che un tempo si trovava nella cappella del castello manfredonico, il dott. Spera ha presentato l’evoluzione che ha avuto nel tempo uno dei soggetti più rappresentati in pittura quale, appunto, la Natività, a partire dalle sue prime raffigurazioni fino ad arrivare alle più recenti, passando attraverso maestri quali Giotto, Mantegna, Lippi e Caravaggio e senza trascurare la pittura locale.
Di ogni tela e dipinto proposto, il dott. Spera ha evidenziato i dettagli e i simboli iconografici con un linguaggio e uno stile espositivo rigoroso e al tempo stesso lontano da ogni retorica e tecnicismo, che ha catturato e a tratti commosso l’uditorio.
E proprio con la parola commozione si è aperto il discorso di commento della dirigente del “Virgilio”, la dott.ssa Calogera Genco, che ha sottolineato il ruolo dell’emozione nell’esperienza estetica e, soprattutto, la valenza formativa, fondante e identitaria dell’arte e del patrimonio culturale e religioso in generale.
Ella ha ricordato che l’evento è stato programmato nell’ambito delle attività previste dal “Presidio di Storiografia locale”, istituito al Virgilio nell’anno sc. 2017/18, ai sensi della legge regionale n. 9/2011 e con il d.lgs . n. 60/2017 recante le Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali .
A riprova dell’interesse che il “Virgilio” ha da sempre dimostrato nei confronti dell’arte e della storia locale, è stato anche presentato l’e-book “Sulle tracce di Maria… Immagini mariane a Mussomeli” realizzato nel 2017 nell’ambito della attività di alternanza scuola-lavoro proposte dell’Istituto. In particolare, le proff.sse Antonella Granatella e Lia Bonanno, curatrici del progetto, hanno proposto ai presenti alcuni dipinti raffiguranti Maria ritenuti significativi per la particolarità delle scelte operate dagli autori.
In chiusura della manifestazione quasi a suggellare l’indissolubilità del binomio arte e natura, gli studenti dell’IPSASR, guidati dai proff. Diego Zucchetto, Giuliano Giannetto e Maurizio Palumbo, hanno offerto ai presenti uno straordinario spettacolo mostrando il risultato di una loro particolare attività laboratoriale: la coltivazione dello zafferano.
L’IPSASR conduce da anni una ricerca sulle colture tipiche siciliane e gli studenti hanno scoperto che quella dello zafferano era una cultivar diffusa nella Sicilia Centrale, ed utilizzata anche per condire il riso, che si produceva nell’Ennese fino all’Unità d’Italia.
Perciò hanno voluto recuperare questa tradizione colturale ed hanno prodotto già lo zafferano, che viene utilizzato nel laboratorio di Trasformazione agroalimentare dell’Agraria, anche per la preparazione delle Arancine. (Prof.ssa Lia Bonanno Docente di Italiano e Latino Liceo Classico “Virgilio” Mussomeli)