PALERMO – “E’ stata una battaglia sacrosanta e oggi posso dire di essere soddisfatto ma a metà, per la sanzione di soli 150 mila euro a S.I.S. la Società Italiana Sementi, per pratiche commerciali scorrette nella vendita delle sementi di varietà di grani antichi tra i quali il ‘Senatore Cappelli”. A dichiararlo è l’eurodeputato del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao a proposito della sanzione comminata alla società SIS da parte dell’Autorità Antitrust. “Dopo un lungo percorso, iniziato anche per via di due mie segnalazioni – spiega Corrao – finalmente l’Autorità ha accertato le violazioni che avevamo denunciato. Il verdetto è chiarissimo. S.I.S. ha subordinato la fornitura delle sementi alla riconsegna da parte dei coltivatori del grano prodotto, imponendo alle controparti un rapporto cosiddetto di filiera. Inoltre ha ritardato o addirittura rifiutato in maniera ingiustificatamente selettiva la fornitura delle sementi ai coltivatori. Infine, ha aumentato in maniera significativa e ingiustificata i prezzi delle sementi”.
“Tre condotte gravissime – continua Corrao – da parte di chi detiene l’esclusiva sulla commercializzazione delle sementi del grano della varietà ‘Cappelli’ e dovrebbe tutelarla. In parole semplici, è stata riconosciuta la pratica sleale e lo sfruttamento di un patrimonio del nostro sud da parte di una società che ha imposto in modo vergognoso condizioni scorrette alle imprese agricole interessate a coltivare il Senatore Cappelli”.
“Purtroppo – sottolinea ancora Corrao – la piccola sanzione di appena 150 mila euro comminata dall’Antritrust è nulla in confronto al giro d’affari che in questi anni ha fruttato la posizione di sostanziale monopolio e soprattutto, non mette fine alla privatizzazione del Senatore Cappelli. Nonostante i grossi danni fatti ai produttori di grano Senatore Cappelli, l’Antitrust non può revocare la concessione. Occorre dunque che sia il Ministero dell’Agricoltura a intervenire e a fare chiarezza anche sul ruolo di CREA, che ha dato in concessione a SIS la varietà. Chi ha pagato il conto in questi anni merita giustizia” – conclude Corrao.