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Uccise l’infermiera nissena Loredana Lopiano: condannato a 30 anni l’omicida, ex fidanzato della figlia della vittima

Redazione

Uccise l’infermiera nissena Loredana Lopiano: condannato a 30 anni l’omicida, ex fidanzato della figlia della vittima

Lun, 25/11/2019 - 16:45

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30 anni di carcere. Questa la pena comminata dal Gup a Giuseppe Lanteri, 20 anni, che, il 27 settembre 2018, uccise a coltellate l’infermiera nissena Loredana Lopiano a Siracusa. L’assassino era l’ex fidanzato della figlia della vittima, che non si era rassegnato alla fine della storia con la ragazza.

La giovane era in aula alla lettura della sentenza, insieme al padre. Assente, invece, Lanteri. Dice Massimo Cimino, marito della vittima, appena fuori dall’aula: “La nostra scontentezza c’era già quando è stata fatta la richiesta da parte del pm. Adesso la mia paura è che in appello possano esserci sconti di pena”.

Giuseppe Lanteri dopo avere accoltellato l’ex suocera, fu catturato 15 ore dopo dalla polizia. Brutale l’aggressione alla vitttima: la uccise, ferendola mortalmente alla guancia, al viso, alla carotide e alla nuca dove, in fase post mortem, si spezzò la lama del coltello usato.

Ad incastralo fu un messaggio con whats app inviato a un suo parente che abitava a Trapani. Poi la cattura. Fu trovato in stato confusionale fra gli scogli del lungomare di Avola, dove aveva deciso di passare la notte. Era infreddolito, ma nello stesso impaurito. Il ragazzo dopo avere portato a termine la missione di morte, ancora con i vestiti insanguinati, si recò a casa della nonna, nel quartiere Priolo, per cambiarsi gli indumenti. Alle domande della donna del perchè di quel sangue, il giovane avrebbe raccontato bugie per giustificare il cambio-abiti.
Lantieri non si sarebbe mai rassegnato alla fine della relazione con la sua ex ed era ossessionato dalla gelosia. Quella mattina a pagare con la vita la sua ira fu l’infermiera. Erano le 7,30 e stava andando a lavorare. Loredana si trovò nel posto sbagliato al momento sbagliatoLa vittima lavorava all’ospedale ‘Di Maria’ nel reparto di oncologia. Era stimata e benvoluta da tutti.