CALTANISSETTA – L’ultimo volume di Mons. Mario Russotto, “La paterna maternità di Dio. Lectio ed omelie su San Giuseppe”, sarà presentato venerdì 8 novembre alle 17.00 nella sala del Museo Diocesano, a cura dell’UCIIM e del Convegno “Maria Cristina di Savoia”.
Interverranno, alla presenza del Vescovo, la dott. Gabriella Tomai, magistrato, don Luca Milia, docente di Sacra Scrittura presso l’Istituto Teologico “Mons. Guttadauro” e la dott. Anna Giannone, responsabile del Centro Antiviolenza “Galatea” di Caltanissetta. Introduce e modera Fiorella Falci presidente dell’UCIIM di Caltanissetta.
Nella raccolta di trenta Lectio bibliche ed omelie articolata nei quattro capitoli del volume, la figura di San Giuseppe che emerge è quella di «un gigante della fede – come si legge nell’introduzione di Liliana e Giuseppe Scaramuzza – un uomo giusto, padre silenzioso, sposo, custode, l’innamorato per eccellenza, colui che “fa crescere”, colui che riassume in sè tutti i ministeri, tutti gli “eccomi” di tutti gli uomini. Dio Padre ha avuto bisogno proprio di lui, del nostro San Giuseppe, per consentire a suo Figlio di sentirsi amato».
E’ un modello di relazione familiare altissimo e alternativo rispetto alle fragilità ed alle banalizzazioni della nostra contemporaneità: Giuseppe offre la sua testimonianza di amore oblativo al maschile, icona di rispetto nella relazione, di custodia attenta e discreta, di donazione generosa della propria esistenza per il bene esclusivo della moglie e del bambino che formano la sua famiglia, accolta con responsabilità contro tutti i pregiudizi e gli stereotipi del suo tempo e della sua cultura, con un affidamento totale alla Parola di Dio che soltanto un amore travolgente può sostenere, dimenticando ogni desiderio di possesso, e senza avere bisogno di molte parole.
Oggi questo modello di relazione sponsale e di paterna maternità, che rispecchia il modo in cui “Dio ama come una madre”, si propone come potentemente alternativo rispetto alle relazioni in cui prevale la violenza di una possessività egoista che cerca soltanto una conferma del proprio potere e una gratificazione della propria individualità, e San Giuseppe con la sua testimonianza silenziosa e tenace parla agli uomini dei nostri giorni con “sguardo di speranza e profezia di gioia”, capace di guidarli a costruire la propria felicità sulla donazione generosa di sè, generatrice della felicità dei propri cari.