RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Divide et Impera” recita il motto latino attribuito a Filippo il Macedone, “L’Unione fa la Forza” recita un meno aulico proverbio italiano, ma di sicuro effetto.
Di certo, noi Siciliani, siamo stati negli anni fin troppo orientati a creare inutili divisioni che hanno limitato e messo in pericolo lo sviluppo socio-economico della nostra terra. Ma anche l’avversione verso i Meridionali avvertita negli nei territori del Nord Italia non ha mai giovato a questa terra.
Riproponendo i fatti di questi giorni e le sterili polemiche nate dall’ennesimo “attacco” del programma “Non è l’Arena” verso la Regione Sicilia e, di conseguenza, verso tutti i Siciliani, voglio invitare alla calma ed alla riflessione. Perché queste situazioni vengono percepite proprio come un “attacco”. Ogni qualvolta ci si rivolge alla Sicilia, ci si rivolge direttamente ad ogni Siciliano, che sente propria questa terra, per quanto difficile ed imperfetta.
E le osservazioni aggressive, utili o meno utili che possano essere, causano sempre un irrigidire delle posizioni, coltivando vecchie ferite e vecchi rancori che emergono sempre nelle situazioni di rabbia o di difficoltà.
E l’attitudine e le invettive continue dell’Imprenditore del Nord invitato alla trasmissione andata in onda Domenica sera, Brambilla, non ha di certo aiutato ad abbassare i toni, ha solo messo benzina sul fuoco, distogliendo probabilmente il vero focus che si dovrebbe raggiungere, unione e serenità per un percorso condiviso e migliorativo. Trasmissione a cui ha anche partecipato uno dei nostri deputati siciliani dell’UDC, Vincenzo Figuccia, che ringraziamo ufficialmente perché si batte apertamente contro uno “sciacallaggio” che fin troppo spesso subiamo da parte di alcune figure del Nord Italia, portando avanti iniziative e proposte utili alla crescita del territorio siciliano.
Abbiamo condiviso ed accettato l’invito alla trasmissione con piacere, pur conoscendo le difficoltà ed i temi che si stanno trattando in queste settimane perché abbiamo sempre apprezzato la trasmissione “Non è l’Arena” per la trasversalità dei dibattiti trattati. E noi tutti abbiamo anche apprezzato, o forse è meglio dire “assorbito”, le molteplici “osservazioni” che negli anni questa trasmissione ha rivolto alla Regione Sicilia. Abbiamo voluto trasformare tali osservazioni in critiche costruttive; abbiamo cancellato i vitalizi, abbiamo rivisto ogni processo e ridefinito tantissime posizioni del nostro sistema politico all’Ars, riducendo enormemente la spesa pubblica, il numero di dipendenti, il numero di forestali, le premialità, e tanto altro. Abbiamo persino ridotto il numero di Parlamentari all’Assemblea Regionale (per quanto questo abbia generato una minore rappresentanza geografica di alcuni territori, creando gravi difficoltà politiche in alcune zone dell’entroterra, quali Caltanissetta ed Enna, considerazione che voglio altresì estendere al Governo Nazionale prima che proceda alla complessa riduzione del numero di Parlamentari Nazionali).
Le critiche, dunque, bene o male assorbite, sono state uno stimolo per migliorarci. E la strada per noi è ancora molto lunga e complessa. Non si può chiedere di cambiare tutto dall’oggi al domani, per le rivoluzioni ci vuole tempo. E, probabilmente, invitare costantemente in trasmissione anche chi quelle rivoluzioni le ha miseramente fallite, non è forse la giusta strada. Il Commissariamento della Regione, poi, sarebbe una vera e propria sconfitta per tutta la politica italiana e per tutti i siciliani. Una grande sconfitta per tutti quegli uomini e donne che si spendono ogni giorno per cambiare almeno una piccola briciola della condizione attuale dell’Isola; con pazienza, quotidianamente, con costanza.
In ogni caso, però, dovremmo cercare di non destabilizzare un sistema ancora molto fragile ed in continua evoluzione. E continuare per questa strada di contrapposizioni non porterà mai da nessuna parte.
Bisogna tirare un freno a queste invettive. Bisogna abbassare i toni. Bisogna invitare tutti alla moderatezza.
Ed è quello che mi sento di fare, invitare tutti ad abbassare i toni, a limitarsi ad una critica costruttiva e generativa, con moderatezza, aiutando una generazione politica che si sta impegnando a migliorare la nostra terra.
Perché non voglio e non vogliamo credere che qualcuno voglia creare divisioni per conquistare, così come ci indica il proverbio latino in apertura. L’unico “divide et impera” che possiamo davvero accettare è quello utilizzato in campo informatico, dove i problemi si suddividono in diversi altri sotto-problemi più facilmente risolvibili, senza aggiungerne di nuovi come invece spesso si tende a fare.
E perché, soprattutto in questo momento di difficoltà socio-economica del nostro territorio, abbiamo bisogno di essere uniti e forti, senza indecisioni. La linea tracciata dal nostro Segretario Nazionale Lorenzo Cesa è forte e chiara; dobbiamo riunire tutte le forze moderate di Centro, un progetto di unione dove l’UDC non ha chiesto alcuna primogenitura, come più volte ribadito, evitando estremismi e toni irritanti. Non è possibile che tutto debba essere ricondotto a due estremismi di destra o di sinistra da scegliere, non è possibile che un moderato debba ritrovarsi a scegliere soluzioni estreme da dover “digerire” per mancanza di alternativa politica.
Vogliamo avere fiducia nelle proposte di tutti, fiducia nei nostri rappresentanti, fiducia nell’Unione in un forte Centro Moderato che riporti i toni politici alla volontà di creare anziché distruggere, che riavvicini la gente alla Politica. Perché tutti uniti si vince, un territorio cresce e si migliora, perchè appunto “l’unione fa la forza”.
Il Coordinatore Regionale dell’UDC Italia in Sicilia
Decio Terrana
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