Il deputato Giampiero Trizzino. “Ignorato quanto previsto dalla legge 9 per il passaggio dagli Ato alle Srr, ora si profila lo spettro della macelleria sociale a causa delle inadempienze dei commissari”.
PALERMO – “In nove anni la Regione non è riuscita a tutelare i lavoratori che operano nel settore dei rifiuti ed oggi vorrebbe far credere che in una settimana si possa risolvere il problema. L’assessorato ai Rifiuti soltanto adesso minaccia nuovi commissariamenti, quando fino a ieri non ha fatto nulla, anzi peggio: alcuni commissari che non hanno adempiuto ai loro compiti, negli anni sono stati addirittura riconfermati, pur avendo dimostrato di non essere capaci”.
A denunciarlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Giampiero Trizzino, componente della Commissione Ambiente dell’Ars, a proposito del destino occupazionale dei lavoratori alla vigilia dell’arrivo a sala d’Ercole della riforma della gestione del sistema rifiuti dell’esecutivo Musumeci.
“In ballo – spiega Trizzino – ci sono i lavoratori delle partecipate per la gestione del servizio al tempo degli Ato, almeno 500, che per colpa delle inadempienze dei commissari, non sono mai stati trasferiti nelle società di regolamentazione dei rifiuti (SRR) della Legge 9/2010 e, dunque, con la nuova riforma, rischiano seriamente di rimanere per strada. La Regione non è stata capace di sistemare la questione dei lavoratori nei nove anni di vigenza della Legge 9/2010, ci chiediamo come potrebbe riuscirci adesso, ad una settimana dalla discussione della riforma all’Ars”.
“Per tutelare queste figure – sottolinea ancora il deputato – abbiamo depositato un emendamento al ddl di riforma, che ci auguriamo venga sostenuto dal Governo. Diversamente coloro che, per responsabilità altrui, si sono ritrovati a galleggiare nel limbo del bacino degli ex Ato, resteranno in mezzo ad una strada. Noi sosteniamo che alla luce dei fatti e al netto della crisi che sta vivendo il sistema degli impianti regionale, sarebbe più opportuno limitarsi a modificare la Legge 9/2010 ed applicarla per davvero, piuttosto che approvare una riforma che rischia anch’essa di rimanere lettera morta” – conclude Trizzino.