“Antonello Montante e’ il demiurgo non gia’ del linguaggio dell’antimafia, ma dell’antimafia del linguaggio” che “autoinsignitosi ‘paladino dell’antimafia’, ha esteso l’etichetta ai suoi amici e sodali, dichiarando mafiosi i suoi avversari, in difetto di qualsiasi prova di mafiosita'”. Cosi’ il Gup di CALTANISSETTA Graziella Luparello nelle 1.724 pagine delle motivazione della sentenza con cui ha condannato a 14 anni di reclusione il leader di Confindustria Sicilia. Secondo il Gup si e’ “assistito a un ‘golpe’ linguistico” con la parola “mafia diventata il luogo nominale nel quale confinare tutti gli eretici alla religione di Montante, volta alla costruzione di un sistema di potere formalmente corale, ma sostanzialmente egocatrico” mentre la parola “antimafia era il santuario degli osservanti morigerati del pensiero di Montante” per assicurarsi “ascesa sociale e occupazione di posti di potere”. Il Gup descrive l’ex leader di Confindustria Sicilia come “il motore di un meccanismo perverso di conquista e gestione occulta del potere che – osserva il Gup – sotto le insegne di un’antimafia iconografica ha sostanzialmente occupato mediante la corruzione sistematica e le raffinate operazioni di ‘dossieraggio’ molte delle istituzioni pubbliche dando vita a un fenomeno che non e’ mafia bianca, ma trasparente, apparentemente priva di consistenza tattile e visiva e percio’ – scrive il Gup – in grado di infiltrarsi eludendo la resistenza delle comuni misure anticorpali”.
Montante, Gup: “Antimafia per ascesa sociale e per il potere”
Mer, 09/10/2019 - 19:25
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