CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Dopo molteplici controversie e una pausa durata più di due anni riaprono i cantieri nel quartiere Provvidenza. Entro 365 giorni i lavori dovrebbero essere conclusi. Così dicono al Comune di Caltanissetta.
Tutto è cominciato nel 2012-2013, al tempo della sindacatura Campisi, ovvero quando l’Amministrazione comunale riuscì a trovare i finanziamenti per un intervento di “rigenerazione urbana” (definito anche “progetto pilota”) da realizzarsi in due isolati storici, alla Provvidenza – appunto. I lavori, poi, presero il via nel 2014, durante il mandato della giunta comunale diretta da Ruvolo. Il progetto, nel corso di cinque anni, è stato modificato un numero svariato di volte. I lavori sono stati finanziati (con tre milioni di euro) dal Ministero delle Infrastrutture e prevedono la costruzione di venti alloggi sociali e la riconfigurazione degli spazi degli isolati storici. Nell’ottobre del 2014, pochi mesi dopo l’inizio dei lavori, la scriteriata gestione dello smaltimento di amianto rinvenuto nei luoghi dell’intervento ha generato un contenzioso tra ditta appaltatrice e Comune di Caltanissetta. Una diatriba durata due anni.
A questo progetto “pilota” se ne è aggiunto un altro che intende “riqualificare” altri due isolati del quartiere Provvidenza (in via Mazzini e via Blandino) e fornire alloggi con buoni standard di qualità a un canone più basso di quello di mercato: il progetto denominato “Via Mazzini social home”. Gli interventi, realizzati dallo IACP e dal Comune
con il co-finanziamento dell’Unione europea, prevedono la realizzazione di nove alloggi nel quartiere Provvidenza e il completamento della strada Pio La Torre nel quartiere Pegni-Stazzone. Il progetto ha origine dall’azione 9.4.1 dell’Asse 9 del Po Fesr Sicilia 2014/2020, che mira a promuovere interventi di potenziamento del patrimonio pubblico esistente e di recupero di alloggi di proprietà pubblica dei Comuni ed ex IACP per incrementare la disponibilità di alloggi sociali e servizi abitativi per categorie fragili per ragioni economiche e sociali.
Cosa dire? Ancora una volta, siamo costretti ad evidenziare che il “progetto pilota” voluto dall’Amministrazione Comunale è caratterizzato da interventi di sostanziale demolizione (effettuati con uso brutale della ruspa) e arbitraria ricostruzione di due isolati del quartiere Provvidenza, nel centro storico di Caltanissetta. Questo è il dato: inconfutabile, irreversibile e di cui inevitabilmente prendiamo atto. D’altronde non possiamo fare altro. Di certo, non possiamo non ricordare, a causa dei primi improvvidi “sbancamenti”, la perdita dell’ex locanda Roma, del teatro dell’Opera dei pupi (che nacque come magazzino-caricatore di grano, di cereali), di due edicole votive, dell’antico forno di via Girgenti (con peculiare struttura lignea “a colombage”). Così come non possiamo non evidenziare la cancellazione, di fatto, nei due isolati, della storica morfologia urbana.
Analoghe considerazioni possiamo fare per quanto riguarda gli alloggi IACP, che prevedono la realizzazione di nuovi spazi abitativi contenuti in fabbricati a due livelli e la sostanziale demolizione delle preesistenze. Nel rispetto, comunque, della morfologia urbana.
Siamo, dunque, al cospetto di due interventi, ex novo, di edilizia contemporanea. Interventi che vanno a realizzarsi demolendo, azzerando il contesto. Di certo, entrambi i progetti non prevedono interventi di restauro conservativo o di ristrutturazione – checché ne dicano certe note giustificative delle relazioni tecniche, o le autorizzazioni della Soprintendenza dei Beni Culturali. Insomma, a questo punto, ciò che temiamo maggiormente è che i due interventi nel centro storico di Caltanissetta facciano scuola. Una scuola assai pericolosa. Immaginiamo che si realizzino tanti interventi di questo genere: nel corso di alcuni anni avremmo perso per sempre il nostro centro storico, frutto di stratificazioni secolari. Interventi, a nostro parere, privi di conoscenza reale del contesto. Interventi occasionali, episodici, realizzati nell’assenza di programmazione e pianificazione. Noi siamo convinti, invece, che bisogna avere un piano generale, un piano organico per l’intero territorio urbano e per il centro storico. Bisogna possedere e perseguire tenacemente, consapevolmente una “idea di città” che restituisca contenuti e funzioni al centro storico e valori e qualità alle periferie. Ad esempio, il nostro centro storico potrebbe rinascere, rigenerarsi diventando un grande “Mercato del Mediterraneo”.
Tutto questo, ovviamente, ha bisogno di un dialogo autentico, propositivo, plurale. Ha bisogno di impegno e di senso di responsabilità da parte di tutti noi.
Distinti saluti, Leandro Janni (Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia), Mario
Cassetti, Amedeo Falci, Salvatore Giunta, Giuseppe Saggio