Boom di olio d’oliva fuori legge, falso o irregolare, con una crescita del +87,5% in dieci anni. E’ quanto emerge da un’elaborazione di Unaprol, l’Unione nazionale dei produttori olivicoli, su dati ICQRF in relazione al sequestro di oltre due tonnellate di falso olio extravergine di oliva al porto di Palermo dall’agenzia Dogane e monopoli nell’ambito delle attività di contrasto alle frodi alimentari. L’analisi biochimica – spiega Unaprol – ha rilevato che la merce era olio di oliva lampante non commestibile e una persona è stata denunciata. “Si tratta dell’ultimo esempio di come singoli criminali o gruppi più o meno ramificati abbiano messo gli occhi sul mercato dell’oro verde italiano – afferma Granieri – Una situazione preoccupante per questo è importante che vengano eseguiti controlli sia sulla filiera, dalla produzione all’imbottigliamento, sia sulla destinazione dei fondi europei per evitare che vadano a chi viola le regole, truffa i consumatori o nasconde intrecci con il crimine organizzato”. L’olio d’oliva nazionale – sottolinea Unaprol – vale quasi 1,5 miliardi di euro di export nel mondo e rappresenta un’eccellenza a livello globale con il maggior numero di extravergini a denominazione in Europa (43 DOP e 4 IGP), un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà in produzione. Quest’anno – sottolinea Unaprol – la raccolta dovrebbe crescere dell’80% arrivando a 315 milioni di chili, a fronte di importazioni che nel primo semestre 2019 hanno raggiunto i 297 milioni di chili, mentre i primi dati globali provvisori indicano che la Spagna dovrebbe produrre 1,35 milioni di tonnellate, mentre la Grecia sfiorerà le 300mila tonnellate. La pressione delle importazioni in Italia è molto forte tanto che nel 2018 – spiega Unaprol – l’antifrode europea ha scoperto oliva extravergine greco commercializzato come italiano e olio vergine di oliva greco venduto come olio extravergine. “Non dobbiamo abbassare la guardia sui controlli – conclude Granieri – per evitare che qualche furbo faccia arrivare olio di bassa qualità sulle tavole dei consumatori danneggiando i produttori onesti”.