Caltanissetta, sospensione sevizi scolastici alunni con disabilità. Nicosa, Anffas: “Scarsa sensibilità istiruzionale””

CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Come si può sopportare un atteggiamento di così scarsa sensibilità istituzionale rispetto all’eterno problema dei servizi scolastici obbligatori per legge agli alunni con disabilità di questo Libero Consorzio di comuni di Caltanissetta?! Ma è possibile che dopo tanti anni di chiare e inequivocabili discriminazioni, ancora oggi si assiste inermi alla sospensione di servizi determinanti senza i quali gli alunni con disabilità non possono esercitare in sacrosanto diritto all’istruzione? Ma in quale mondo viviamo? Non se ne può più di chiedere alle famiglie di portare pazienza, di partecipare alle puntuali e pressochè improduttive manifestazioni di protesta (giuste ma storicamente non partecipate), di correre immediatamente a scuola perché tuo figlio ha bisogno di assistenza igienica perché il personale ATA non vi provvede, di iniziare sempre con quindici giorni di ritardo le lezioni, di sospendere la frequenza scolastica per mancanza di soldi, contravvenendo ai dettami legislativi e alle sentenze della Corte Costituzionale che impone alla PA di non interrompere un servizio pubblico col rischio di risponderne penalmente. Non se ne può più di chiedere agli enti gestori immani sacrifici per mantenere sempre ad alti livelli di prestazione una serie di servizi che si rischia sempre di vengano sospesi con drammatiche implicazioni economiche e occupazionali. Mi chiedo, provocatoriamente, se non sia meglio non mandare i nostri figli a scuola. Vorrei proprio vedere le Scuole come si comporterebbero se non avessero più alunni con disabilità, ossia se non potessero garantire un posto di lavoro a insegnanti di sostegno, a operatori sociosanitari, OSA, OSS, educatori, pedagogisti, psicologi e quanti altri.

Accanto alle famiglie, ormai allo strenuo delle forze, mi aspetterei i dirigenti scolastici, gli insegnanti di sostegno, i bidelli, i responsabili dei servizi sociali, le famiglie degli alunni senza disabilità, i compagni di scuola degli alunni con disabilità. Ma perché tanta demagogia, tanto disinteresse, tanta indifferenza rispetto a problemi serissimi che preludono a quello che definisco “l’olocausto democratico del terzo millennio”. Quando si parla di integrazione dei ragazzi con disabilità mi chiedo se agli alunni della medesima classe qualcuno parla della difficoltà che hanno queste persone a esercitare un diritto fondamentale. I compagni di classe degli alunni con disabilità si accorgono o no che in classe manca quel compagno che poi viene definito umoristicamente “speciale”? Famiglie che non avete fatto l’esperienza della disabilità, credete che questo sia un problema delle sole famiglie che vivono dignitosamente questa condizione di vita non certo voluta o pensate che, viceversa, in una società civile e sensibile non si possa fare insieme uno sciopero generale per consentire a tutti la stessa parità di trattamenti umani. Siamo all’ennesima farsa, costretti a rincorrere solitariamente improbabili soluzioni al problema e a essere come al solito maltrattati per non avere la forza di coordinare le azioni. Assieme ad alcuni colleghi stiamo contattando uomini politici regionali ai quali abbiamo già chiesto e lo faremo meglio domani in un incontro già programmato, la costituzione di un tavolo permanente che metta insieme tutte le responsabilità politiche e tecniche del territorio in modo da affrontare e risolvere definitivamente questa sconcezza delle sospensioni. Non vogliamo fare la guerra a nessuno ma chi non è in grado di assolvere la propria funzione deve lasciare che altri se ne occupino. A questo tavolo dovranno necessariamente sedere il Commissario del Consorzio di Comuni, il Prefetto, i funzionari del Consorzio, gli enti che gestiscono i diversi servizi, le associazioni di famiglie con disabilità, l’ufficio scolastico provinciale, i dirigenti scolastici, le consulte per le disabilità, l’ASP,  e i sindacati che di questo problema non capisco perché si ostinano a non occuparsi. E quanti altri si riterrà opportuno e indispensabile coinvolgere. Tutti insieme dovremo sconfiggere questo male oscuro che dalle nostre parti si chiama smania di protagonismo, che si chiama autoreferenzialità. La dobbiamo smettere di andare ognuno per la propria strada e allora quando avremo capito tutto ciò, la politica dovrà mettersi al servizio delle nostre cause (così come di altre) e non viceversa.

Voglio augurarmi che questo ultimo disperato appello venga raccolto da tutte le famiglie che vivono la disabilità ma anche da un Terzo Settore che, mi dispiace doverlo ammettere, su questo aspetto è notevolmente deficitario.

La libera protesta è legittima ma è necessario il confronto con le istituzioni che dobbiamo fare in modo che funzionino molto meglio.

La presente non deve rimanere lettera morta e questo dipende esclusivamente da noi, da tutti noi.

Maurizio Nicosia – Presidente

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