25 anni fa la morte del “gigante buono”: Nino Caltagirone emblema Sport mussomelese e del Vallone
MUSSOMELI – Ieri, non è passato inosservato il 25° anniversario della morte del giovane sportivo mussomelese Nino Caltagirone, da tutti amato ed apprezzato. L’Asd Sporting Vallone lo ha così ricordato sul social: “ Il 9 ottobre è una data, un giorno bruttissimo per tutti i tifosi del Vallone, in primis dei mussomolesi, il 9 ottobre del 1994, ben 25 anni fa moriva Nino Caltagirone, il “Gigante Buono”. Nino Caltagirone nel 1994 aveva appena 20 anni ed è morto su un campo di calcio, quello di Mussomeli a lui oggi intitolato, difendendo i pali della porta del Mussomeli. Una domenica cominciata tra la paura, per proseguire tra la disperazione e finita in una tragedia, con la corsa in ospedale e la morte di Nino. Quel maledetto 9 ottobre del 1994 Nino si accasciò a terra una prima volta, ma sembrava nulla di particolare, qualche istante dopo si accasciò una seconda volta, a nulla è valsa la corsa in ospedale, dove Nino arrivò già morto a causa dell’aneurisma cerebrale. Un gigante buono veramente, di quanto era alto al solo vederlo metteva paura ma invece era troppo buono. Un grande uomo prima che un grande campione, definito dagli addetti ai lavori una promessa del calcio. Nino il Gigante Buono, il ragazzo di 2 metri ma tanto buono. “Un ragazzo silenzioso, un gran lavoratore – afferma la mamma Nazarena Ilona – un ragazzo che amava il calcio e Mussomeli, che tutto quello che faceva scriveva. Non perché fosse mio figlio, Nino era troppo speciale. Un ragazzo che voleva vivere, un ragazzo semplice, per lui il pallone era tutto. Un giorno mi disse: mamma se muoio al campo io sono felice. Mio figlio però è sempre in mezzo a noi, questo grazie anche ai suoi amici, non lo hanno mai dimenticato. In occasione dei suoi 40 anni, gli hanno fatto la festa come se lui fosse ancora qua in mezzo a noi. L’8 novembre lui sarebbe dovuto partire militare e quel giorno prima di andare al campo mi disse: mamma questa è la mia ultima partita, non giocherò più. Prima di uscire di casa tornò indietro per abbracciarmi, quella è stata l’ultima volta che l’ho visto vivo. Nel pomeriggio ero a messa, stranamente seduta al primo banco, mentre pregavo mi apparve davanti la Madonna, Nino che volava. Subito dopo vennero a chiamarmi, dicendo che dovevo andare in ospedale che Nino stava male, capii subito che era morto e quando arrivai, trovai tutti i suoi compagni in lacrime. Mio figlio era morto”. La società non dimentica Nino Caltagirone e tutti gli altri sportivi locali morti in seguito a tragici eventi. “Oggi ricordiamo Nino – afferma il presidente Salvatore D’Amico – in questo bruttissimo 9 ottobre per noi. Non c’è solo Nino Caltagirone però, purtroppo altri hanno perso la vita per questo magnifico sport che è il calcio e il ricordo non può non andare a Giovanni Mazzara, morto quasi tre anni fa, trascinato dalla pioggia mentre tornava da una trasferta del Campofranco. Per Nino, Giovanni e altri organizzeremo molto presto un memorial, perché il loro ricordo continua a vivere in tutti noi”.