«Cambiamento climatico e inquinamento sono due cose completamente diverse. Legarli rimanda la soluzione». Il fisico delle particelle e divulgatore scientifico italiano Antonino Zichichi, scettico del cambiamento climatico, si è rivolto a Greta Thunberg in una lettera su Il Giornale.
Il suo messaggio («non esiste l’equazione sul clima») è nascosto tra righe di retorica sull’importanza della «matematica delle equazioni differenziali» ma anche della logica e del linguaggio. «Siamo l’unica forma di materia vivente dotata di quella proprietà a cui è stato dato il nome di ragione», scrive. «È grazie alla ragione che abbiamo scoperto linguaggio, logica e scienza».
Solo a fine testo si capisce dove il professore voglia andare a parare: «Le attività umane incidono a un livello del 5% sul cambiamento climatico, il 95% dipende invece da fenomeni naturali legati al Sole», scrive. E aggiunge: «Attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è senza fondamento scientifico. Non c’è la matematica che permette di fare una previsione del genere».
Il professore di fisica dell’università di Bologna aveva lanciato la sua tesi negazionista per la prima volta nel 2001 in un’intervista a Il Messaggero. In un’altra a Il Mattino di qualche anno fa aveva dichiarato che il riscaldamento globale è «la più grande bufala di tutti i tempi». Pur non essendo un climatologo, le parole di Zichichi avevano avuto una discreta diffusione.
L’argomento era sempre lo stesso: «In nome di quale ragione si pretende di descrivere i futuri scenari della Terra e le terapie per salvarla, se ancora i meccanismi che sorreggono il motore climatico sono inconoscibili? Divinazioni». Per lui, «attribuire alla responsabilità umana il surriscaldamento globale» è «puro inquinamento culturale».
Il 5 luglio, su Il Giornale, Zichichi ha scritto una lettera intitolata «L’inquinamento va punito come reato, ma è da ciarlatani dire che modifica il clima». Alla fine del testo, le firme di 20 scienziati (nessuno di loro si occupa però di clima, in molti hanno collaborato con Zichichi sul tema della fisica delle particelle) che si schieravano contro i «ciarlatani» e gli «eco-terroristi».
Tra i 20 firmatari della petizione di Zichichi, tra cui Giorgio Benedek dell’università di Milano-Bicocca e Cristiano Galbiati di Princeton), in 5 hanno risposto a un’inchiesta de Il Fatto Quotidiano affermando di non aver mai firmato un documento che stabiliva che la scienza climatica fosse «una bufala». Gli altri 15 invece hanno affermato di ricordare di aver sottoscritto una petizione di Zichichi contro l’inquinamento, ma niente di più. Sicuramente nulla a che fare con la negazione del cambiamento climatico.
Per di più, come si evince dal capitolo 9 del quinto rapporto dell’IPCC, Valutazione dei modelli climatici, o dalla prima parte del capitolo uno, «introduzione ai modelli» esistono certamente equazioni e parametri basati su dati empirici per il cambiamento climatico. Si tratta di complessi modelli matematici, e se non esiste una «equazione semplice» à la Zichichi per decifrarlo, non significa che le leggi della fisica non possano prevederne l’evoluzione. (Fonte open.online)
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