La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e la Scuola Normale Superiore di Pisa si confermano i primi due atenei in Italia secondo una delle più accreditate classifiche internazionali, The – Times Higher Education World University Rankings, diffusa oggi dalla rivista britannica indipendente specializzata nella valutazione e nella comparazione dei sistemi universitari internazionali. Gli atenei italiani che rientrano nel ranking sono 45, con Scuola Superiore Sant’Anna in prima posizione e Scuola Normale Superiore in seconda. Nella classifica riferita al 2020 – è pensata per le famiglie e gli studenti che si iscriveranno ai corsi universitari nel prossimo anno – le Scuole universitarie superiori di Pisa, da due anni riunite in Federazione di cui fa parte anche la Scuola Iuss di Pavia, occupano a livello mondiale la 149esima posizione (Sant’Anna) e la 152esima (Normale). Entrambe migliorano la performance e salgono, rispettivamente, di 4 e di 9 posizioni rispetto all’edizione 2019 del The World University Rankings. Si tratta di un risultato ancora più apprezzabile a livello mondiale, considerando che le università valutate sono salite da 1258 a 1396, distribuite in circa 90 paesi. Tra i parametri che hanno contribuito al successo della Scuola Superiore Sant’Anna, si segnalano il trasferimento tecnologico (parametro ”Industry Income) che la vede tra i primi cento atenei al mondo. Per la capacità di favorire la nascita di imprese spinoff, per i brevetti e, più in generale per la cosiddetta ”terza missione” delle università, la Scuola Superiore Sant’Anna si attesta in 84esima posizione al mondo.
La Scuola Normale Superiore si conferma tra le prime cento università al mondo, 72esima, come qualità della didattica (parametro Teaching). Notevole anche il miglioramento per la percentuale di studenti internazionali, come l’aumento delle citazioni, che testimonia il rilievo della ricerca alla Scuola Normale Superiore e spiega l’avanzamento di 9 posizioni. Il The – World University Rankings è una delle classifiche ritenute più autorevoli e attendibili. Oltre al trasferimento tecnologico e al livello dell’insegnamento, gli analisti di The valutano la qualità della ricerca (”Research”), l’impatto delle citazioni scientifiche (”Citations”), l’internazionalizzazione dello staff accademico (”International outlook”), con metodi di ponderazione per limitare i diversi dimensionamenti delle università. La Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale Superiore sono comunque penalizzate dal confronto con istituzioni accademiche di dimensioni notevolmente maggiori, visto che per esempio il numero di citazioni non viene normalizzato in base alla ”taglia” degli atenei, pur svettando ai primi posti al mondo (quarto e quinto, per l’esattezza) nella recente classifica del THE sulle ”piccole università”.
La rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna Sabina Nuti e il direttore della Scuola Normale Superiore Luigi Ambrosio hanno commentato con una nota congiunta: “Il The – World University Rankings premia anche in questa edizione la qualità delle nostre istituzioni. È incoraggiante constatare come gli atenei valutati continuino ad aumentare da un’edizione all’altra e come, nonostante questo incremento, la Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale Superiore riescano ad avanzare nella graduatoria: si tratta di un doppio successo”. “Ci gratifica constatare come siano riconosciuti la qualità della ricerca, l’impatto dell’innovazione e del trasferimento tecnologico e, dunque, il valore che queste attività rivestono per la formazione degli allievi. Sant’Anna e Normale sono due istituzioni pubbliche, oggi federate, diverse per storia ma complementari dal punto di vista scientifico, accomunate dal tratto distintivo di contribuire, per missione, alla valorizzazione del merito a tutti i livelli, quale volano di sviluppo per il nostro ‘Sistema Paese’ e non soltanto”, aggiungono Nuti e Ambrosio. “Il livello di finanziamento universitario in Italia, da anni, risulta essere non certo equiparabile a quello di paesi come la Germania o la Francia. Tutto il sistema universitario soffre di questo cronico sottofinanziamento della ricerca – concludono Nuti e Ambrosio – Pur con queste premesse, Sant’Anna e Normale guadagnano posizioni con le migliori realtà a livello mondiale e anche le 45 università del nostro paese in classifica dimostrano che c’è possibilità di fare sistema. L’auspicio è che questi risultati, nostri come degli altri atenei italiani, possano facilitare nuove politiche di bilancio per la formazione universitaria e la ricerca scientifica”.