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Mafia, stragi ’93: indagato Berluscononi, verbali intercettazioni inviati anche a Procura Caltanissetta

Redazione

Mafia, stragi ’93: indagato Berluscononi, verbali intercettazioni inviati anche a Procura Caltanissetta

Gio, 26/09/2019 - 08:46

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 “Berlusca mi ha chiesto questa cortesia… per questo e’ stata l’urgenza di…”. Cosi’ parlo’ il boss di Brancaccio, Giuseppe Graviano, mentre conversava con il compagno d’ora d’aria, il camorrista Umberto Adinolfi, nel penitenziario di Ascoli Piceno. Graviano viene intercettato da febbraio 2016 all’aprile scorso. Quelle parole finirono nel processo di primo grado sulla trattativa Stato-mafia nel giugno 2009. Tiravano in ballo il leader di Forza Italia come complice e mandante occulto degli eccidi in Continente. Che per Graviano “non erano di Cosa nostra”. La difesa di Marcello Dell’Utri e l’accusa vogliono sentire l’ex cavaliere nel processo d’appello sulla trattativa. E oggi e’ giunta proprio certificazione ufficiale secondo cui BERLUSCONI e’ indagato a Firenze, nell’ambito del procedimento per le stragi di mafia del ’93 nel capoluogo toscano, a Roma e a Milano; certificazione depositata questa mattina nella cancelleria della seconda sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo. Nell’ambito di questo dibattimento l’ex premier e’ stato citato come teste dalla difesa di Dell’Utri. I suoi legali avevano pero’ chiesto di conoscere la veste giuridica in cui si sarebbe dovuto presentare e hanno ottenuto da Firenze una conferma ufficiale delle indiscrezioni giornalistiche circolate nel 2017.
L’inchiesta su BERLUSCONI e sullo stesso Dell’Utri fu riaperta (i due erano gia’ stati indagati e archiviati) a seguito delle intercettazioni in carcere dei colloqui del boss di Brancaccio Giuseppe Graviano. In base a questa certificazione, adesso, BERLUSCONI, convocato per il 3 ottobre, potra’ avvalersi della facolta’ di non rispondere al processo – connesso a quello sulle stragi – sulla trattativa. “VOLEVA TUTTO” “Berlusca mi ha chiesto questa cortesia… per questo e’ stata l’urgenza di… come mai questa qua, poi.. che successe, ero convinto che BERLUSCONI vinceva le elezioni in Sicilia, BERLUSCONI… Nel ’92 gia’ voleva scendere, voleva tutto, ed era disturbato…”, diceva Graviano al camorrista Adinolfi. “Vuoi sapere la mia osservazione su BERLUSCONI, giusto? Questo ha iniziato… con il piede giusto… ha avuto non dico niente, fortuna… nel ’94 lui e’ ubriacato perche’ lui dice, ma io non posso dividere quello che ho con chi mi ha aiutato…. Ha preso le distanze… piglio’ le distanze e ha fatto il traditore…”.
“NON FU COSA NOSTRA” Graviano incalza: “Avevamu acchiappatu u Paisi nne’ manu” (Avevamo preso il Paese nelle mani)… poi nel ’93 ci sono state le stragi, ma no che era la mafia; iddi ricinu (loro dicono) che era la mafia, allora che fa il governo senza, ha deciso di allentare il 41 bis, poi c’e’ la situazione che hanno levato pure i 450″. Il boss insiste su questo punto, quasi a voler indicare una sorta di matrice politica di questa strategia che a un certo punto cambia e le bombe di fermano: “Non le volevano piu’ le stragi, la ‘montagna’ mi diceva no, e’ troppo”.
I verbali delle intercettazioni sono stati inviati anche alle Procure di CALTANISSETTA e Firenze che si occupano delle stragi. E’ un fatto per Graviano che “andavano alleggerendo del tutto il 41 bis… poi io sono arrivato a Pianosa non succedeva piu’ niente… non ti toccavano… nel ’93 le cose si migliorarono tutto di un colpo. Lo stavano levando il 41 bis”. continua il ragionamento Adinolfi: “Bossi ha fatto cadere il Governo Berlusconi”, “e i miserabili non sa firanu (non sono stati in grado)”. “La popolazione era innamorata – dice ancora Graviano il 10 aprile 2016 al suo interlocutore – perche’ io se volevo il sindaco… in mezzo la strada era Berlusca, perche’ la gente non avevano bisogno di andarsene a rubare, ne’ niente. Alla fine che cosa e’ successo? Lui voleva scendere… Pero’ in quel periodo c’erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa”. E quattro giorni dopo Graviano esclamava: “Avevamo acchiappatu un Paisi di chistu ni manu”. “NON VOGLIO ACCUSARE DELL’UTRI E IL CAV” Non solo rammarico, anche rabbia. Il boss esprime una crescente insofferenza per le condizioni in cui si trova e la situazione di “ingiustizia” che crede di patire: “Sono incazzato perche’ non voglio accusare Dell’Utri e Berlusconi”. Tre giorni dopo dice al suo interlocutore: “Senti una cosa, quella cosa che ti avevo detto, quella cosa importante… e tu mi hai hai detto stai attento”. Adinolfi risponde: “…di quello di Milano?”. Graviano riprende: “Eh si’, ma io non intervengo, trovero’ le cose che ho nel cervello delle due stragi… che li ordino’ Matteo, questo e’ quello che so… la politica, pero’… scansero’ la politica, hai capito?”. Adinolfi, allora risponde: “Giuse’ ti devi salvare, secondo me e’ il momento”. E il boss di Brancaccio replica: “Si’, ma io so quello che faccio, io vorrei salvare a lui, vorrei salvare, hai capito, il mio paesano, per ora, ma io sto parlando di amici di lui, il mio paesano, invece l’altro paesano… sai che sono crasti (cornuti), no? Lo sai! Per queste cose li arresteranno, per queste due cose, a me intanto mi hanno arrestato… e li arresteranno per quello che e’ successo…”.

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