Lions Club Caltanissetta, presentato il libro di Fabrizio Lo Porto sulle pitture della volta del Teatro Margherita

CALTANISSETTA – Pubblico delle grandi occasioni domenica sera al Teatro Margherita per la presentazione del libro dell’Architetto Fabrizio Lo Porto “La gioia di guardare in alto. L’Opus Magnum di Giovanni Valenti”, dedicato alla comprensione del percorso filologico che ha portato il pittore niscemese alla realizzazione della grande pittura del soffitto di sala dell’antico teatro Regina Margherita di Caltanissetta.

La manifestazione ha costituito il primo service dell’anno sociale del LIONS di Caltanissetta per la città e si inquadra nel programma delle celebrazioni del 60° anno dalla fondazione del Club, con particolare riguardo alla valorizzazione del suo patrimonio storico, artistico e culturale. In questo ambito, proprio per sottolineare il profondo legame tra il Club e la città, il Presidente Alfredo Grasso, che ha condotto la manifestazione, ha istituito un comitato speciale affidandone la guida al Presidente del Consiglio Notarile Dr. Giuseppe Pilato professionista di elevate qualità, veterano del Club, attento e profondo conoscitore della storia e dell’arte della città di Caltanissetta.

Il Sindaco Roberto Gambino nel suo saluto iniziale e l’Arch. Andrea Milazzo in rappresentanza dell’Ordine degli Architetti, per i quali l’evento è stato accreditato come valido ai fini formativi, hanno sottolineato le sinergie attivate per l’occasione.

Ha introdotto il tema il Soprintendente ai Beni Culturali Arch. Daniela Vullo, socia del club, che ha spiegato che il rifacimento, e non il restauro, del tetto del teatro si è reso necessario nella seconda metà degli anni novanta a causa del profondo degrado in cui versava, anche perché adibito negli anni precedenti a sala cinematografica. Ha inoltre spiegato che l’artista si ispirò al libretto de “Il Flauto Magico” di Mozart.

Maria Eugenia Valenti, figlia dell’artista, ne ha tratteggiato la figura, la formazione e le opere, offrendo al pubblico un ritratto inedito del pittore, formatosi all’Accademia di Brera, proseguendo gli studi in filosofia. Una delle sue ultime opere è un dipinto di Madre Teresa di Calcutta commissionatogli per la Basilica di Loreto.

Il cuore della manifestazione è stato la presentazione del socio Lions Arch. Fabrizio Lo Porto, che nel presentare il suo libro sul tema, ha catturato l’attenzione del pubblico, svelando uno ad uno i tanti “misteri” e simbolismi alchemici ed esoterici racchiusi nei quadri pittorici della volta del Teatro.

La Grande Opera è il sentiero iniziatico che l’alchimista deve percorrere per realizzare la pietra filosofale, cioè l’uomo che tende alla perfezione.

Il dipinto di Giovanni Valenti è tutto questo. È il racconto di un percorso iniziatico che porta alla trasformazione del burattino in uomo vero. Attraverso il continuo richiamo alla mitologia, ai simboli ermetici, all’arte figurativa dei grandi maestri, indica una strada da percorrere attraverso la conoscenza, le virtù e l’amore eterno.

È facile supporre, sotto un profilo esoterico, che la gioia indicata da Valenti non consisteva solo nel rivolgere lo sguardo verso il dipinto del soffitto e ammirarlo da un punto di vista pittorico ma, invece, fosse un invito a volare alto, a rivolgere la propria mente verso obiettivi superiori, quasi divini, con il supporto della conoscenza, delle virtù e dell’amore. La gioia di guardare verso la Luce. Un messaggio affidato sinteticamente al fanciullo bendato che invita gli spettatori a guardare oltre le apparenze.

La narrazione è stata impreziosita dai pregevoli ed apprezzati inserimenti musicali della Giovane Orchestra Sicula diretta dal Maestro Raimondo Capizzi che, non a caso, ha eseguito brani di W.A. Mozart.

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