Il termine Grand Tour fu coniato per la prima volta da Richard Lassels nel 1670 nel suo racconto Italian Voyage e da allora è stato adottato universalmente per indicare quel viaggio a tappe, diffusosi nel Vecchio Continente a partire dal XV secolo, necessario all’intellettuale o al giovane di nobile famiglia per arricchire la propria formazione culturale nei luoghi dove proprio la cultura classica è nata.
Ed è in questo contesto che le rotte lungo lo stivale italiano, patria del Rinascimento, assumono una importanza fondamentale per questa tipologia di turisti e viaggiatori. Così, per decenni e secoli, la presenza di questi viaggiatori nelle più belle città del centro Italia, arricchì i movimenti culturali del posto.
Le città del Bel Paese più visitate al tempo erano Roma e Firenze, con i viaggiatori che non scendevano mai oltre Napoli. Almeno fino al XVIII secolo, quando personaggi eccentrici come Giacomo Casanova arrivarono fino in Sicilia nei loro viaggi di istruzione lungo lo stivale.
Fu così che l’isola divenne una delle mete preferite ei giovani rampolli e intellettuali tedeschi, inglesi e francesi al tempo dei Grand Tour. Accompagnati dalle “commendatizie”, ovvero le lettere di raccomandazione utili a muoversi nei confini interni della Sicilia, questi personaggi si imbarcarono in viaggi, a volte anche pericolosi, solo per toccare con mano le meraviglie di questa isola impervia e confrontarsi con una tradizione e cultura così lontana e affascinante.
Ma chi erano i protagonisti dei Grand Tour che tra il XVIII e il XIX secolo arrivano fino in Sicilia? Tra i più noti troviamo Jean-Pierre Louis Laurent Houel, artista francese e uno dei più famosi viaggiatori del Grand Tour. Houel si formò negli ambienti intellettuali di Parigi dove conobbe Diderot e D’Alembert. Nella capitale francese incontrò Anne-Claude-Philippe de Thubieres che gli raccontò delle sue esperienze di viaggio vissute in Italia, aprendolo così all’idea di un tour nel Bel Paese. Diventò così allievo pittore dell’Accademia di Francia a Roma, riuscendo a visitare Torino, Roma e Napoli. Per primo, nel 1770 sbarcò in Sicilia e se ne innamorò tanto da ritornarci sei anni dopo alla volta delle città di Sciacca, Marsala, Palermo, Cefalù, Vulcano, Lipari, Messina, Taormina e Catania. Houel ha raccontato questo incredibile e lungo viaggio tra le meraviglie siciliane in ben quattro libri del suo “Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malta et de Lipari”: questi testi ad oggi costituiscono una delle più importanti opere del Grand Tour.
Tra gli altri viaggiatori più famosi che arrivarono sino in Sicilia nel corso dei loro Grand Tour possiamo ricordare Francis Elliot, Algernon Swinburne, Alexandre Dumas padre, Joseph Hager, Emily Lowe e Tocqueville.
Parlando dei Grand Tour in Italia e in Sicilia non si può non menzionare il grande Johann Wolfgang von Goethe, uno dei più illustri letterati tedeschi, che in due anni di viaggi in Campania e Sud Italia, toccò anche le città siciliane di Palermo, Agrigento, passando per Caltanissetta e Catania. L’isola lo rapì, lasciandolo estasiato, tanto da scrivere, al termine del suo viaggio, che l’Italia non era tale senza la Sicilia, perché l’isola è l’immagine stessa del Bel Paese, la chiave di tutto, il paradigma delle mille sfaccettature dello stivale, dei suoi contorni, dei suoi paesaggi, dei suoi colori.
Goethe giunse da Napoli in Sicilia nei primi giorni di aprile deò 1787 insieme al suo amico e artista Kniep. Il loro obiettivo all’epoca fu quello di raccontare le tradizioni e la storia siciliana per renderle pubbliche al resto del mondo.
E il loro racconto divenne una pietra miliare nel mondo della cultura, generando leggende ed una eco che toccò tutti i paesi del vecchio continente. Da quel preciso momento, il Grand Tour per come lo aveva raccontato Goethe nei suoi testi diventò elemento necessario per la formazione culturale ed intellettuale di ogni giovane.
In epoca moderna, i racconti dell’artista tedesco hanno ripreso vita grazie all’opera artistica di uno dei più famosi acquarellisti del mondo, il francese Fabrice Moireau, e grazie ai pensieri e ai testi scritti da un magistrato siciliano, Lorenzo Matassa. Il libro dal titolo “Sicilia, il Grand Tour” ha così accompagnato una mostra itinerante di circa trecento dipinti, in un rinnovato viaggio alla scoperta degli angoli più nascosti di una Sicilia sempre più ammaliante.