Salute

Caltanissetta: riapre la “Cittadella della Carità”, l’ambulatorio diocesano con medici volontari

Marcella Sardo

Caltanissetta: riapre la “Cittadella della Carità”, l’ambulatorio diocesano con medici volontari

Gio, 26/09/2019 - 20:43

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In una piccola abitazione sviluppata su due piani, nel cuore del quartiere San Giovanni, sorge la “Cittadella della Carità”. Si tratta di un ambulatorio che, da quasi 20 anni, offre assistenza medica alle persone indigenti della Diocesi di Caltanissetta.

Il centro specialistico, nato nell’anno del Giubileo dal desiderio di creare un monumento vivente che potesse donare speranza e vita, oggi conta un ricco stuolo di silenziosi volontari.

L’edificio, diretta prosecuzione di una delle chiese più antiche della città, visto dall’esterno, appare anonimo e privo di significato. Il reale valore, materiale e simbolico, si percepisce non appena si varca il portoncino d’ingresso. Con piacere e stupore il visitatore entra in un ambulatorio moderno, ben ristrutturato, rispettoso di tutte le normative di settore e dotato di macchinari all’avanguardia nel campo di indagine diagnostica. I pazienti che arrivano nella casa di via Acquaviva sono accolti con un sorriso e tanto calore. Gli ambienti dedicati ai bambini sono decorati con divertenti cartelloni illustrativi e il tetto della sala d’aspetto rispecchia ancora la forma arrotondata tipica delle antiche camere da letto degli sposi. Quell’alcova, accogliente quasi come fosse un grembo materno, custodisce chi attende nella sua rassicurante nicchia.

Il direttore della struttura Don Michele Quattrocchi e il direttore sanitario Gaetano Brancato coordinano circa 40 medici, 10 infermieri, 4 psicologi, 7 dentisti pediatrici ai quali si aggiungono 20 addetti alla segreteria e 5 avvocati. Un ventaglio di professionisti capace di coprire, con i suoi 21 settori, quasi tutte le specialità della scienza medica.

“Non vogliamo sostituirci al Servizio Sanitario Nazionale né entrare in concorrenza con le strutture private – ha spiegato padre Quattrocchi -. Nel mio lungo periodo di sacerdozio, però, ho incontrato persone che vivono in condizioni così disagiate da trovare logisticamente difficoltoso o quasi impossibile recarsi a una visita medica specialistica. Ed è in quel momento che interveniamo noi”.

L’iter che porta alla visita è molto chiaro. Il primo consulto è di competenza del medico di base che attesta l’eventuale necessità di un controllo più accurato da parte di uno specialista del settore. Il paziente, ricevuta l’impegnativa, si presenta agli addetti alla segreteria che verificano se l’ISEE rispetta i requisiti minimi previsti dalla Diocesi e provvedono alla prenotazione. Il centro è attivo quasi tutto l’anno e, grazie alla disponibilità dei professionisti, i tempi di attesa sono veramente bassi e oscillano tra i 7 e i 10 giorni. Nel caso in cui il medico volontario lo ritenga opportuno, come garanzia della diagnosi, l’indagine può essere ampliata con una seconda visita effettuata con l’ausilio di ecografo multifunzionale di ultima generazione. Un “acquisto” che padre Quattrocchi ha potuto effettuare grazie alla generosità dei fedeli manifestata in occasione del suo anniversario di sacerdozio. “Vedere Gesù Cristo nel povero o nel malato che sta tendendo la mano” per questo padre spirituale non è semplicemente un passo scritto nel Vangelo ma una missione che persegue da tutta la vita.

“Il nostro intervento, purtroppo, si ferma al consulto medico e alla prescrizione della cura da seguire – ha spiegato il dottore Brancato -. Le risorse a nostra disposizione non ci permettono di poter integrare con eventuali farmaci o terapie riabilitative ma restiamo convinti che il nostro contributo possa migliorare la qualità della vita dei nostri assistiti. Tra l’ottobre 2018 e giugno 2019 abbiamo svolto ben 1395 visite specialistiche prendendoci cura di bambini, adulti, donne in gravidanza e anziani”.

La Cittadella della Carità, volutamente dedicata al medico palermitano fondatore della congregazione del “Boccone del Povero” Beato Giacomo Cusmano, è una luce che dona speranza in un’area depressa. Un luogo nel quale, attraverso il servizio dell’uomo, si incontra Dio e si trova il suo sorriso.