PALERMO – “Si fanno sempre più concreti il confronto e l’individuazione delle modalità operative attuabili per andare verso un modello agricolo che promuove il made in Sicily, tutela la nostra biodiversità, il suolo e la nostra salute. Ho presentato un progetto di legge in Assemblea Regionale Siciliana che incentiva un modello rurale ‘agroecologico’ in tutto il territorio siciliano. Adesso il prossimo passo sarà l’incardinamento del disegno di legge in III Commissione Attività Produttive dell’Ars”.
A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle all’Ars Valentina Palmeri a margine dell’audizione sul tema della riconversione agroecologica tenuta all’Ars in commissione attività produttive cui è intervenuta anche la vice presidente della stessa commissione Ars, la deputata M5S Angela Foti.
“Già lo scorso anno in commissione congiunta alla Commissione Salute – spiega Angela Foti – si era evidenziata la necessità di procedere con l’approvazione di una norma che determinasse significativi risparmi sulla spesa sanitaria e maggiore tutela per i nostri agricoltori. La III Commissione finora si è distinta per l’operatività su tutti i fronti e non può continuare ad ignorare la tematica che deve essere iscritta all’Ordine del Giorno”.
Ai lavori della commissione hanno preso parte tra gli altri, il dirigente generale Dario Cartabellotta, agronomi, imprenditori agricoli, rappresentanti di associazioni del Coordinamento Stop Glifosato nell’ambito della tutela di biodiversità e salute: Crea, Aiab, Movimento Azzurro Sicilia, Aras, Associazioni dei Consumatori, rappresentanti regionali dell’Ordine degli Agronomi, della Coldiretti, Confagricoltura donne, Università di Palermo.
“L’incontro di oggi – sottolinea ancora Palmeri – che segue vari tavoli tecnici in ARS e in assessorato regionale all’agricoltura, pone l’accento sulla necessità, ormai inderogabile, di avviare una riforma del settore agricolo, nella direzione agroecologica, così come prospettato anche dalla FAO, anche al fine di avviare le politiche di valorizzazione delle specie tradizionali anche ai fini della piena applicazione dei principi e delle disposizioni normate da un apposito Regolamento dell’Unione Europea ovvero il numero 1151 del 2012” – conclude la deputata.