Salute

Salvatore Giunta (Italia in Comune): “La vera Unità d’Italia è, oltre che politica, quella economica e sociale”.

Redazione 1

Salvatore Giunta (Italia in Comune): “La vera Unità d’Italia è, oltre che politica, quella economica e sociale”.

Ven, 30/08/2019 - 22:03

Condividi su:

Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa di Salvatore Giunta, coordinatore cittadino Italia in Comune – Caltanissetta sulla situazione politica attuale:

“Tra i grossi nodi che il nuovo governo dovrà sciogliere, oltre a immigrazione, sicurezza, tasse, occupazione, ecc., il nodo del meridione ci sembra quello a maggior rischio: il Movimento 5 Stelle è stato da sempre il partito del No ed il Partito Democratico è quello che ha promesso tanto in passato ma ha fatto poco o niente per il Sud. Dopo il completamento dell’autostrada Salerno Reggio Calabria, solo incompiute e poi il nulla. E non basta mettere a tacere il Sud promettendo il reddito di cittadinanza; ci vuole ben altro, ci vuole il lavoro, inteso come impegno, abnegazione, orgoglio, crescita sociale e culturale, ricchezza e non come umiliante elemosina.

Dal 1861 aspettiamo che si realizzi l’Unità d’Italia. Abbiamo versato il sangue di tanti eroi perché si realizzasse in pieno e nonostante tutti gli sforzi, ancora nel 2019, non riusciamo a creare una unità nazionale, un solo grande paese che si ritrovi, orgoglioso, sotto un unico Tricolore.

Il movimento che sta crescendo da Napoli a Palermo, da Gioia del Colle a Caltanissetta, non vuole essere una “Lega Sud” e neanche un partito dei meridionali, piuttosto un’esigenza, un bisogno impellente di recuperare e di crescere com’è cresciuto il resto d’Italia, un desiderio di unità e di omogeneità: non ci spieghiamo perché ai Siciliani venga destinata una spesa pubblica procapite inferiore di €5.000 l’anno rispetto ad un lombardo. In Sicilia dovrebbero arrivare 25 miliardi di euro l’anno per pareggiare i conti!

Perché i nostri treni veloci viaggiano a 80 chilometri l’ora e al Nord a 250-300 km l’ora? Perché l’alta velocità ferroviaria, come il “Cristo” di Primo Levi, si è fermata ad Eboli? È ragionevole desiderare di risalire la 207a posizione tra le 266 regioni europee in fatto di infrastrutture? Oggi come mai è indispensabile una chiamata a raccolta di tutti i meridionali e soprattutto degli uomini di cultura e dei politici che vogliono far risorgere il Sud, che spieghino come l’assistenzialismo becero è il miserabile motivo del nostro sottosviluppo.

E con questo auspicio che attendiamo il programma e l’azione del nuovo governo, facendo intendere a Conte, a Di Maio e a Del Rio che la vera Unità d’Italia è oltre che politica quella economica e sociale”.