LA LITURGIA di questa domenica è decisamente comprensibile. Da tutte e tre le letture è possibile trarre agevolmente spunti per la riflessione e la vita cristiana. E’ chiara e pungente e anche , nella terza lettura, divertente nel dialogo di Gesù con gli ipotetici avventori dell’altro mondo, quasi con aria di scherzo sornione. Il profeta Isaia mette in evidenza la volontà del Padre che desidera la unità della grande famiglia delle sue creature. La differenza tra i popolI , per il colore, la cultura, le più radicate abitudini condizionate anche dall’ambiente. Le mentalità difformi sostanzialmente tra i diversi popoli per il Signore non sono un ostacolo alla più essenziale unità: “ Verrò a radunare tutti i popoli e tutte le lingue”. L’esperienza quotidiana nutrita dagli avvenimenti dei nostri tempi ci dice quanto sia difficile l’incontro, l’accoglienza, il senso della fraternità. I problemi sono tanti e di diversa natura ma almeno, secondo la volontà del Signore, occorre difendere una fondamentale unità, voluta da una Verità essenziale e universale. Siamo tutti creature di Dio, e dobbiamo accogliere la sua legge , annunziare la sua gloria, sapere e volere vivere camminando sulla via della salvezza. E’ questo il suo desiderio e sogno “che sul suo santo monte si faccia un banchetto di tutti i popoli”. S. Paolo, per incoraggiare a seguire la strada della salvezza ci ricorda che sarà necessaria la correzione per non cadere e restare nell’errore , e che se Dio “ sferza chiunque riconosce come figlio “ è per dare “ frutti di pace e di giustizia “ e non per “dare tristezza “ Tra gli ascoltatori di Gesù qualcuno fu preso dal dubbio che non fosse facile salvarsi e gli chiese . “Signore sono pochi quelli che si salvano “? Gesù non risponde direttamente ma vuole precisare : “ si può entrare nel Regno ma bisogna ricordare “ che la porta è stretta e molti cercheranno di entrare ma non ci riusciranno “. In maniera assai elementare diciamo : si raggiunge la meta della eterna salvezza con un continuo impegno di fedeltà ai doveri specialmente religiosi, di sacrificio, di lotta contro la tentazione del maligno, di pratica delle virtù della carità e del perdono. Non basta “ l’avere mangiato e bevuto e avere ascoltato la sua parola” A nulla varrà questa presunta intimità con il Signore se il cuore è stato pieno di sentimenti di ostilità, di orgoglio, di indifferenza verso il prossimo; se il comportamento quotidiano è stato piuttosto espressione di alterigia, di presunzione, di avidità dei beni terreni . E’ la testimonianza concreta che rende autentica la nostra vita cristiana.
“E sedutosi … li ammaestrava: sforzatevi di entrare per la porta stretta (di don Salvatore Callari)
Lun, 26/08/2019 - 07:30
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