Per oggi il capo dello Stato ha convocato il secondo giro di consultazioni, con tempi non stringatissimi, dando ai partiti, di fatto, anche tutta la giornata di domani per verificare se l’intesa giallo-rossa regge o meno e procedere con le consultazioni di partito (il Pd ha convocato la direzione, M5s il sondaggio web, modalità che ovviamente non riguardano il Presidente) per ratificare le decisioni dei leader.
Oggi pomeriggio alle 16 dunque saliranno al Colle i presidenti del Senato Elisabetta Casellati e della Camera Roberto Fico. Poi saranno ricevuti allo studio alla Vetrata i gruppi Misto di Senato e Camera. Mercoledì saranno ricevute dalle 10 alle 19 tutte le altre delegazioni, da Liberi e Uguali e FdI al mattino fino a Pd, Fi, Lega e M5s nel pomeriggio.
Ieri i partiti hanno capito che il tempo stava per scadere: il Quirinale aspettava di capire se le condizioni per un dialogo erano concrete o assolutamente impossibili per poi decidere il calendario delle consultazioni; alcuni hanno fatto anche giungere ai quartieri generali di Pd e M5s una sorta se non di ultimatum certamente di memento sullo scorrere inesorabile delle lancette. Alla fine Pd e M5s hanno rotto gli indugi e si sono seduti al tavolo di una trattativa, proprio pochi minuti dopo la diffusione del calendario degli incontri al Colle di domani e dopodomani.
Il presidente però, pur avendo ovviamente dei sensori nelle diverse tanze della crisi, intende affidarsi solo ed esclusivamente alle parole che gli verranno dette ufficialmente nello studio alla vetrata martedì e mercoledì. Solo quello sarà il suggello ufficiale per decidere se dar vita a un governo politico che faccia proseguire la legislatura o a uno istituzionale che porti in due mesi al voto anticipato.
Se le ultime complicatissime ore della trattativa tra M5S e PD porteranno a un’intesa, tra mercoledì sera e giovedì mattina ci sarà il nuovo incarico, poi il premier avrà a disposizione qualche giorno per indicare la squadra dei ministri, che verrà valutata e nominata dal presidente della Repubblica. Infine il giuramento e poi, a tamburo battente, i primi nodi da sciogliere a cominciare dalle scelte di fondo della manovra 2020. Altrimenti, altrettanto di corsa si formerà un governo elettorale. Ancora poche ore e il presidente capirà se il suo appello a scelte chiare e rapide è stato ascoltato.
di Barbara Tedaldi – Agi