Nessuna illegittimita’ nella procedura che nel maggio dello scorso anno porto’ allo scioglimento del Consiglio comunale di Bompensiere per presunte infiltrazioni della criminalita’ organizzata. La decisione arriva dal Tar del Lazio ed e’ contenuta in una sentenza con la quale e’ stato respinto un ricorso proposto dall’ex amministrazione comunale, con in testa l’ex sindaco Gioacchino Salvatore Losardo. I giudici amministrativi hanno osservato che i fatti che hanno condotto allo scioglimento del consiglio comunale di Bompensiere “valutati non atomisticamente ma nel loro insieme, costituivano un quadro indiziario piu’ che sufficiente a condurre all’adozione della misura dissolutoria”. In primo luogo “l’analisi svolta dalla Commissione di indagine relativa all’accertamento della sostanziale continuita’ amministrativa dei mandati svolti dall’attuale sindaco nonche’ dei legami di parentela che intercorrono tra taluni amministratori dell’ente comunale (ivi compreso il sindaco) ed esponenti legati alla criminalita’ mafiosa era funzionale a dimostrare l’esistenza del condizionamento o collegamento con le consorterie criminali”. In piu’, “le doglianze variamente espresse non inficiano le valutazioni espresse sulle anomalie riguardanti la gestione del rapporto di lavoro relativo a taluni dipendenti del Comune, che appaiono significative della presenza di un apparato amministrativo condizionato da elementi di collegamento con la criminalita’ organizzata e permeabile a logiche clientelari”; e altrettanto rilevante e’ stato ritenuto dal Tar “la posizione di conflitto di interessi del sindaco, che, prima di svolgere l’incarico alla guida del Comune, ha avuto numerosi rapporti con il medesimo ente locale quale imprenditore e dopo l’assunzione della carica si e’ avvalso piu’ volte di ditte a lui riconducibili, ovvero a propri familiari”. Alla fine, per il Tar “il complesso quadro individuato, non viene in concreto depotenziato dalle singole contestazioni contenute in atti, che non risultano idonee ad elidere i profili di forte e decisa valenza rivelatrice dei collegamenti esistenti tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata e dei conseguenti condizionamenti”. (Ansa).