CALTANISSETTA – “A 37 anni dal varo della Legge 121/1981, che ha ridisegnato la nuova polizia, abbiamo ritenuto che fosse arrivato il tempo di svincolarci dai “gradi militari” e appropriarci di segni distintivi che rimarcassero la nostra identità di Amministrazione civile ad ordinamento speciale. Non per segnare la distanza con il mondo militare, al quale riconosciamo uno straordinario patrimonio di professionalità e competenza, ma, solo per rimarcare la nostra identità di Amministrazione civile”. Con queste parole il capo della Polizia, Franco Gabrielli, introduce i nuovi distintivi di qualifica che da oggi, 12 luglio 2019, saranno “operativi” per tutti i poliziotti. Disegnati dall’esperto di araldica Michele D’Andrea, sono accomunati dalla presenza dell’aquila dorata che torna oggi ad avere le ali spiegate, richiamando così quella adottata per la prima volta nel 1919 e di cui ricorrerà il centenario l’anno prossimo. Tra i principali nuovi elementi grafici introdotti: il plinto araldico, elemento che individua agenti e assistenti, costituito da una barretta orizzontale di colore rosso a rappresentare la struttura portante delle fondazioni di un edificio; il rombo, che individua i sovrintendenti, con il suo profilo fusiforme richiama una punta di lancia simbolo di un dinamismo operativo temperato dall’esperienza; il pentagono, che individua gli ispettori, già introdotto con la Legge 121/1981; la formella, che caratterizza i funzionari, rivisitazione di quella realizzata dallo scultore quattrocentesco Lorenzo Ghiberti, vuole essere un richiamo alla bellezza e all’eleganza che contraddistinguono l’inestimabile patrimonio di civiltà e cultura del nostro Paese. Ieri 11 luglio, giornata nella quale ricorre l’anniversario dell’istituzione della Polizia di Stato, prima forza di Polizia, si è tenuta a Roma, presso il Palazzo della Consulta alla presenza delle più alte cariche istituzionali la cerimonia ufficiale di presentazione dei nuovi distintivi di qualifica. Dopo quasi quarant’anni dalla legge di riforma, in modo tangibile, si riafferma nella forma e nella sostanza l’identità della Polizia di Stato, quale amministrazione civile ad ordinamento speciale, che ha sublimato i valori ai quali profondamente crede nel motto “sub lege libertas”. Fu la legge 121 del 1981 a ridisegnarne lo status giuridico segnandone il distacco dal mondo militare. Con tale riforma la Polizia di Stato, in estrema sintesi, si apre alle donne, prevede una maggiore specializzazione attraverso selezioni sempre più rigorose e corsi di formazione prodromici a professionalità differenziate, cambia i nomi dei gradi che vengono ristrutturati ed arricchiti dal ruolo ispettori anello di congiunzione tra dirigenti e collaboratori. Un’epocale conquista che andava suggellata attraverso un segno visibile che ricordasse a tutti, appartenenti e non, il significato profondo di una trasformazione lunga, laboriosa, e fortemente voluta. Ed è proprio, recuperando tale spirito riformista che l’uniforme di oltre 98.000 poliziotti da oggi cambierà aspetto, vestendo i nuovi distintivi di qualifica.