Nella breve lettura del Vangelo di questa domenica troviamo il racconto di un delizioso quadretto familiare . E’ la espressione di nobili sentimenti e valori ed insegnamenti di capitale importanza per la vita cristiana. Però diciamo anche che si apre una finestra che rende veramente spinosa una pista di riflessione. E’ lo stesso Vangelo che guida in maniera quasi …invisibile su due linee che possiamo chiamare anche “ parallele”. Gesù era stato rifiutato dai Samaritani . Ora a Betania, invece, è accolto con affetto e rispetto. Le spine affiorano se vogliamo anche solo accennare al dovere dell’accoglienza . Forse trattandosi di abituale o tradizionale accoglienza tra compaesani, o familiari, o amici, o connazionali è piuttosto facile disporsi ad accogliere. In questi tempi le situazioni sono diverse , le esigenze diverse e qualche perplessità sorge e la disponibilità è alquanto ridotta. Nobilissimo l’insegnamento del Papa a riguardo; validissime le ragioni umanitarie e teologiche, però di fatto c’è qualche remora appoggiata da qualche buona ragione. Se in nome dei princìpi cristiani non si obietta nulla, nella pratica manca la efficace determinazione squisitamente evangelica . Più graziosa, invece, è la lezione ricevuta dal dialogo tra Marta e Gesù. Marta, forse con intenzione sottilmente scherzosa, credo che non si sarebbe permessa di usare toni meno che gentili, invoca l’aiuto della sorella Maria . E Gesù gioiosamente serio fa notare a Marta che tra le due scelte, fare un buon pranzo più elaborato, o ascoltare la sua parola, Parola divina, è decisamente più necessario ascoltare la Parola di Dio E allora dobbiamo affermare con assoluta certezza che i cristiani non possiamo né dobbiamo cercare scuse ( le classiche siciliane calunie) per trascurare l’obbligo di nutrirsi dell’insegnamento cristiano. Il primo posto spetta alla “ categoria del divino” senza lasciarsi prendere dalle molteplici frenesie nelle quali ci dibattiamo ogni giorno. Ed è anche poco onorifico cedere sempre il posto alle faccende e interessi terreni trascurando il dovere di “ accogliere, prima,” la voce del Signore, barattando gli impegni della “ categoria spirituale cristiana ” con gli affari che intorbidano il “ terribile quotidiano” ( PIO XI ) e ci allontanano dalla via della virtù o addirittura dalla salvezza eterna.