Nella pagina del Vangelo di oggi c è qualcosa che potrebbe stupirci se ci riflettiamo sopra un po’. Gesù Cisto è il Figlio di Dio, Dio Egli stesso, eppure come tutti gli uomini , fratelli, Egli prega. Dobbiamo allora rilevare che Gesù è anche uomo. E allora ci sembra naturale, logico che Gesù possa pregare. Egli svolgeva il suo ministero con fatica, nei villaggi, nelle campagne, sul monte, sulla spiaggia, nel tempio. E alla fine di una faticosa giornata sentiva il bisogno di sostare per riposarsi. Ed era un tempo di ristoro materiale e spirituale, ritirarsi per pregare. Il Vangelo lo fa notare sempre e soprattutto rileva che sceglieva la solitudine e il silenzio, lontano dai rumori degli uomini affaccendati nelle loro attività. E’ scolpito, questo momento di Gesù in preghiera con due sole parole: “ se ne andava sul monte o in luogo solitario “ Ipse solus “ lui solo. Egli entrava in intimità col Padre chiamandolo Abbà, Padre, che è la forma familiare, affettuosa, in un clima di tenerezza e affabilità. Non pare che gli apostoli si unissero a Lui in preghiera, magari per dire l’alternativa alle tre Ave Maria di oggi prima di dormire. E quando Gesù pregava certamente aveva un aspetto che destava una mistica suggestione sugli apostoli . Un giorno gli chiesero: “ Gesù insegnaci a pregare “. Che momento solenne dovette essere ! Rivela il desiderio profondo e sincero degli apostoli: Pregare ! per sentirsi in stretto rapporto con il Signore. Che cosa dirgli ? Gesù insegna . “ Dite : che venga il tuo regno, cioè che si stabilisca un criterio di vita secondo le tue leggi nel rispetto del tuo santo nome. Poi . chiedete il dono del pane, il necessario sostentamento quotidiano, e la remissione dei peccati e la liberazione dalla tentazione. Preghiera semplice, piena di fiducia e che riguarda le esigenze fondamentali della vita materiale e spirituale. La piccola parabola che si accompagna al discorso di Gesù ci richiama alla necessità e alla insistenza nella preghiera. S. Filippo Neri usava una espressione che appare un po’ strana, ma è indicativa della fiducia che riponeva nel Signore. Quando andava a pregare diceva ; “ vado a costringere il Signore “ Col suo umorismo si poteva permettere una tale familiarità! E noi ? Quanti, che pur fanno la comunione, ( che capiscono ? ) non sanno né il Padre nostro né l’Ave Maria! Perdonali Signore !