Salute

“E sedutosi … li ammaestrava”: Hai risposto bene. Fa’ questo e vivrai(di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

“E sedutosi … li ammaestrava”: Hai risposto bene. Fa’ questo e vivrai(di don Salvatore Callari)

Lun, 15/07/2019 - 07:00

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La conoscenza della Bibbia , in genere, non è proprio abbondante  nei pur buoni  cristiani  , e anche nei confronti  specificatamente del Vangelo le cose non  cambiano molto. Però sarebbe davvero troppo se non si conoscesse  la famosa parabola  che ci propone  la liturgia di oggi: la parabola del buon samaritano. La trama essenziale  del racconto supponiamo che sia conosciuta. Tuttavia come avviene sempre nei confronti della parola di Dio, leggendo attentamente si scopre qualcosa  di nuovo che diventa un rilevante contributo alla crescita della nostra fede. C’è qualcosa, si direbbe, che si scopre tra  rigo e rigo o addirittura nel breve spazio tra le parole dove si insinua la misteriosa voce dello Spirito che ci suggerisce “ una novità” veramente interessante. L’attenzione o la curiosità scorre sul  fatto  e i personaggi del racconto.  Intanto c’è qualche particolare  che facilmente sfugge  ma è essenziale. E’ la sfumatura portante di un verbo. Fa piacere la risposta del dottore che Gesù approva, è lodevole la generosità  del samaritano che soccorre il malcapitato, e, forse ingiustificatamente biasimiamo il sacerdote e il levita che  tirano … dritto . Ma quello che ci deve suggestionare, o ammonire, o farci consapevoli della concretezza  dell’impegno cristiano, è la segnalazione,  forse non è esatto chiamarla definizione di “ prossimo “  che dà il dottore. Chi è il prossimo ? E il dottore ,è : “ qui fecit misericordiam “ , cioè colui che “ha fatto” misericordia”. E Gesù:” Va’ e fa’ così anche tu” . Si potrebbe dire, lepidamente, davvero il classico calcio alle “ chiacchiere”, alle belle parole, ( alle belle omelie)  ai bei propositi, e promesse ( secondo il disgustoso stile dei politici ) e di “fare”, di operare, di passare ai fatti. La misericordia o la bontà, o la fraternità, “ predicata” soltanto, non consola, né risolve problemi. Occorre “fare” ognuno secondo la proprie possibilità. Non basta “non fare”  nulla di male, per essere a posto in coscienza. Ricordiamo che nel giudizio finale,come ci dice il Vangelo,  Gesù non allontana i maledetti accusandoli di delitti o peccati, ma solo perché “ non hanno fatto “ né soccorso, né visitato, né accolto, né sfamato,  né dissetato …. L’indifferenza  assume la stessa gravità di “ aver fatto, agito iniquamente “ Vogliamo un  altro verbo ?’  “Essere” come il buon samaritano.