Recuperata dai privati la casa natale di Leonardo Sciascia. L’abitazione, dove lo scrittore nacque e visse per alcuni anni, era stata messa in vendita da alcuni eredi. La struttura, in stato di abbandono, è stata acquistata dal mecenate Pippo Di Falco, che ha recuperato l’edificio, contenente il mobilio originale e molto materiale tra riviste e libri, cui si aggiungono i circa 80mila titoli di proprietà dello stesso Di Falco. L’associazione ‘Strada degli scrittori’ aggiunge così un’importante tappa al proprio percorso di conoscenza e valorizzazione del territorio. La novità è stata presentata ieri sera durante l’evento ‘I miti e le pietre del Mediterraneo’, svoltosi nella Valle dei Templi e dedicato alla memoria dell’assessore regionale e archeologo Sebastiano Tusa, morto nel disastro aereo in Etiopia. Ma tra le novità c’è anche quella che riguarda la miniera di sale dell’Italkali, che vedrà il recupero di una galleria a oggi inutilizzata per le attività estrattive e la sua trasformazione in un museo della storia del sale, ripercorrendo gli anni tragici dei ‘carusi’ che Leonardo Sciascia raccontò nelle sue ‘Parrocchie di Regalpetra’.
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Come concittadino di Leonardo Sciascia, grazie a Pippo De Falco, per la sua opera meritoria e che forse avrebbe potuto realizzare il comune di Racalmuto, alla Giunta del quale suggerisco di rieditare il libro di un ex Sindaco: Eugenio Napoleone Messana: "Racalmuto nella storia della Sicilia" edito Atec- Canicattì 1969. Ne custodisco, tra i miei libri, una copia che metto a disposizione di chi voglia farne un uso culturalmente congruo. Messana, racconta Racalmuto ( e anche Sciascia) con un processo storico ricchissimo e molto documentato, e quando deve descrivere le tanti morti di uomini eroici del Lavoro, nelle miniere racalmutesi, così scrive: " Pane e morte è l'espressione più appropriata per indicare il frutto percepito dai lavoratori nelle miniere. Si moriva per crolli e qualche volta per grisou. Ogni anno, talvolta due volte in un anno, il paese conveniva in lacrime compatto dietro una bara portata a spalla".
Dr. Filippo Grillo