Aveva saputo portare la polemica politica fuori dalle pagine dei suoi libri, non tanto per amore di platea, ma probabilmente per cercare di salvare il salvabile in un paese ormai in via di implosione, fra mafia, faide, politici poco lungimiranti, giochi sull’accoglienza sulla pelle dei migranti e da far fruttare in termini di voti.
Lo vogliamo ricordare anche in una sua dichiarazione pubblicata su “Tutto Camilleri” (di Gianni Bonina, Sellerio Editore): “L’assedio universale alla bellezza delle nostrane terre coltivate e innaffiate dal sudore freddo di calorosi contadini paesanotti, mi fa pensare allo stesso rapporto che sussiste tra lu cielu niuru della notte e ‘u suli stricatu su la volta cieleste d’estate: la morte me la immagino proprio così, una lotta (‘na sciàrra) tra l’una e l’altro. Sarà bello quando potrò finalmente vederlo nel giorno della mia morte.”