ROMA – “Ruotolo e Borrometi vogliono autosospendersi dall’Ordine dei Giornalisti e non possono farlo? Che peccato! Due in meno poteva essere un vantaggio”. Così Vittorio FELTRI, con la sua solita ironia, commenta con l’Adnkronos la lettera aperta che Sandro Ruotolo e Paolo Borrometi hanno inviato al presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Carlo Verna, annunciando l’intenzione di autosospendersi dall’Odg in polemica con le parole di FELTRI su Andrea Camilleri. L’autosospensione però non è prevista dalle norme che regolano gli ordini professionali. “Io non cambierei una virgola di quel pezzo – dice il direttore di ‘Libero’ – perché, va precisato, un articolo si legge prima di giudicarlo, e se lo avessero letto, avrebbero visto che parlo molto bene di Camilleri perché è bravissimo e spero che si rimetta. Nelle ultime tre righe – prosegue FELTRI – ho scritto con ironia che se proprio dovesse andarsene, allora ci consoleremmo non vedendo più in tv quel ‘terrone’ di Montalbano. Ma l’ho chiamato terrone in modo scherzoso, come quando definiscono me polentone. Mica querelo, io amo la polenta!”. Secondo FELTRI si tratta di “attacchi personali, perché io non ho nulla contro i meridionali, e lo dimostra il fatto che ho solo tre amici veri, tutti e tre napoletani. Come quando mi accusano di essere omofobo, cosa che non sono affatto. La verità – dice sorridendo – è che tra colleghi c’è sempre un rapporto che non prescinde mai dall’invidia, e loro sono invidiosi dei miei compensi, poiché io guadagno dieci volte quello che guadagnano loro. Ecco, credo che gli attacchi dipendano da questo, non trovo altre spiegazioni…”, conclude.