“Montante aveva una valigetta piena di mazzette. Io me ne accorsi perche’ la sistemo’ sotto il letto e la valigetta si apri’. Lui subito si giustifico’ affermando che quei soldi erano per Paola Patti”. A parlare e’ Michele Tornatore, un ristoratore chiamato a deporre a Caltanissetta nell’ambito del processo con rito ordinario sul sistema Montante. Tornatore, ex dipendente dell’Htm, societa’ del gruppo Montante, rispondendo alle domande del Pm Stefano Luciani, ha parlato della valigetta con riferimento a un viaggio fatto a Milano con l’ex leader di Confindustria. Il teste ha anche sottolineato che dopo essersi rifiutato di firmare una liberatoria per stabilire un nuovo contratto di lavoro, Montante non accetto’ il suo rifiuto egli disse: “Fino a quando vivro’ tu non lavorerai piu’ da nessuna parte. Faro’ delle lettere a tutte le aziende con cui ho contatti con cattive referenze su di te”. Un altro teste, Maria Lucia Di Buono, responsabile dell’amministrazione di Assindustria per 42 anni, ha spiegato che “l’imprenditore Pietro Di Vincenzo non appoggio’ Antonello Montante nel 2005 quando divenne presidente di Confindustria forse perche’ non lo riteneva all’altezza per quella carica. Questa e’ la mia sensazione. Montante poi riteneva che chi non era con lui era contro di lui”. Infine, un aneddoto: “Antonello Montante pur di andare sui giornali, fece scrivere che gli era stata conferita dal presidente della Repubblica una laurea honoris causa in Economia e Commercio riconosciuta dall’Universita’ La Sapienza”, ha riferito Tullio Giarratana, all’epoca direttore di Assindustria. La notizia il giorno dopo venne smentita. “Quando abbiamo letto questa notizia, siamo rimasti tutti meravigliati”, ha concluso il teste rispondendo alle domande del pm. (AGI)