CALTANISSETTA – Minorenne ai domiciliari per violenza razziale, puo’ uscire solo per andare a scuola. E’ stata infatti confermata dalla Cassazione la misura cautelare dell’obbligo di non uscire dal domicilio, se non per andare a scuola, nei confronti di un sedicenne indagato per atti persecutori connotati da razzismo, estorsione e lesione ai danni di un minore di origini senegalesi che veniva picchiato e umiliato dentro e fuori un istituto scolastico superiore della Sicilia anche da altri due ragazzi. Uno dei quali maggiorenne e’ stato raggiunto dal divieto avvicinamento alla vittima, mentre anche per l’altro ‘complice’ minorenne sono scattati i ‘domiciliari’ con il permesso di frequentare la scuola. Gli ‘ermellini’ hanno convalidato – con la sentenza 25241 depositata oggi – quanto deciso dal Tribunale della liberta’ dei minori di Caltanissetta il 13 febbraio 2018 quanto a misure cautelari. Secondo i supremi giudici, “in modo specifico e dettagliato” e con motivazione “congrua ed adeguata”, sono stati evidenziati gli elementi indicativi della “attualita’ e concretezza del pericolo di reiterazione dei reati, logicamente desunti dalla circostanza” che l’aggressore sedicenne “si e’ reso responsabile di episodi delittuosi connotati da intento discriminatorio per ragioni razziali con il rischio di reiterazione delle condotte nei confronti di soggetti deboli”. A ricostruire l’escalation di violenze, consumate a Gela in provincia di Caltanissetta, oltre al racconto fatto dal ragazzino preso di mira dal ‘terzetto’, e’ stata anche la testimonianza di un sacerdote, Alfredo C., oltre ad altre dichiarazioni testimoniali e al referto medico che attestava “le tumefazioni e le escoriazioni al volto” della vittima. L’adolescente perseguitato ha riconosciuto i suoi giovani aguzzini e ha riferito di aver ricevuto “richieste estorsive, subendo altresi’ un aggressione fisica”.