M5S, graticola soft in arrivo

C’è chi la chiama “graticola soft” e chi smorza, preferendo definirlo un semplice “confronto su quanto è stato fatto e su ciò che resta da fare”. Quello che è certo, è che il pressing dentro il Movimento 5 Stelle per chiedere anche ai ministri di sottoporsi al fuoco di fila delle domande degli eletti comincia a diventare insistente.

E, apprende l’Adnkronos, sarebbero questa volta proprio i sottosegretari a invocare per i ministri lo stesso ‘trattamento’ riservato loro poche settimane fa. Alcuni esponenti della squadra del sottogoverno, viene spiegato, avrebbero infatti sollevato la questione della graticola per i capi dei dicasteri del governo Conte in quota M5S. “Noi abbiamo accettato il confronto, ora ci aspettiamo che anche i ministri facciano altrettanto”, dice a taccuini chiusi uno di loro.

Il meccanismo della graticola è semplice: ogni sottosegretario ha incontrato i membri della Commissione di riferimento, i quali hanno espresso una valutazione sul loro operato in una scheda anonima. Come si legge in un messaggio inviato da Luigi Di Maio ai suoi poco prima dell’avvio della cosiddetta ‘graticola’, la girandola di incontri avrebbe dovuto coinvolgere anche i ministri dopo il turno dei sottosegretari. Poi sul tema è calato il silenzio. Presto però, compatibilmente con i lavori parlamentari, i ministri potrebbero essere convocati.

Il confronto si farà “non appena avremo un po’ di respiro dai lavori d’Aula”, assicura una fonte grillina di primo piano. “Ma – viene precisato – non si tratterà di una graticola”. Quello che coinvolgerà la squadra dei ministri M5S (di cui fa parte anche il capo politico Di Maio, titolare dello Sviluppo economico e del Lavoro) sarà un semplice “confronto” sui provvedimenti varati in questo primo anno di governo gialloverde e soprattutto “sul da farsi”.

Sulle modalità di svolgimento della ‘mini graticola’ c’è una riflessione in corso. Ma probabilmente si assisterà a dei cambiamenti rispetto all”esame’ condotto sui sottosegretari: non è escluso, infatti, che le famigerate schede di valutazione con tanto di voto “alto, medio e basso” alla fine vengano accantonate.

di Antonio Atte Adnkronos

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