MUSSOMELI – ( FONTE: LA SICILIA) – L’ha voluto chiamare Operazione verità, il presidente del Consiglio Gero Valenza il suo lungo sfogo per spiegare il perché della sua guerra senza esclusioni di colpi col sindaco Giuseppe Catania. I cittadini di Mussomeli infatti sono confusi, se non frastornati, nel vedere un cambio di rotta così radicale da parte di Valenza verso Giuseppe Catania che aveva contribuito in prima persona a fare eleggere. Rapporti talmente rovinati che sono sfociati persino in denunce in carte da bollo. E non pare finita qua la storia. “E’ vero che ci sta una querela, ma non voglio parlare di questo, perché c’è un procedimento in atto e se ne discuterà il 15 maggio in Tribunale. Partiamo invece dal fatto che in questi giorni s’è molto dibattuto su tanti temi e ci sono stati due consigli comunali. Ricordiamo la Democrazia Partecipata, la convenzione con la Pro Loco e da ultimo il Pef. Oggi desidero chiarire ai cittadini perché prima appoggiavo il sindaco ed oggi non più. Quattro anni fa infatti lo designai e lo sostenni in prima persona, ma col tempo ho capito di avere fatto un grosso errore di valutazione, errore del quale mi pento amaramente e chiedo scusa ai cittadini. E l’ha capoto anche tutta quella maggioranza che prima lo sosteneva. Ritengo che questo sindaco non sia in grado di amministrare un Comune importante come Mussomeli, perché nei suoi atti amministrativi riscontro molta scorrettezza e poca trasparenza. E questo lo abbiamo visto negli atti pervenuti ed esaminati in consiglio comunale e lo vedremo a breve in altri atti che andremo ad esaminare nell’aula “Francesca Sorce”. Alla luce di questa mia amara considerazione dico quindi che nella vita meglio perdere che straperdere. Se ho fatto una scelta sbagliata non per questo debbo perseverare nell’errore, al contrario sto cercando di rimediare. E lo faccio con gli strumenti che la politica mi mette a disposizione”.
Vale a dire?
Faccio quello che dovevo fare molto prima, ovvero dire tutta la verità in aula sugli atti comunali e facendo capire ai cittadini non si amministra col metro delle valutazioni oggettive, ma soggettive, e di conseguenza ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Tuttavia il messaggio che è venuto fuori è che la vostra lite nasce dalla sua mancata candidatura alle Regionali.
Questo è un falso storico, o meglio, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Già da tempo erano emersi contrasti sul suo modo di amministrare. C’era un uomo solo al comando, agiva senza coinvolgere la squadra. Peraltro nei miei confronti era sempre demolitivo mentre io nei suoi ero costruttivo
La domanda sorge spontanea: Lei non conosceva Catania: quando lo propose a Sindaco?
Conoscevo la persona, non quello che c’era dietro, conoscevo il professionista, non l’uomo. Noi ci eravamo proposti di lanciare una persona nuova nel panorama politico locale, ed io personalmente avevo individuato come primo nome la candidatura che conoscevo da tempo e stimavo, ma poi ho capito di essermi sbagliato quando il potere gli ha dato alla testa. E questo ha portato molte persone ed esponenti politici di primo piano ad allontanarsi. La perdita della sua maggioranza ne è la riprova.
Vuole quindi fare credere che non c’entra nulla la sua mancata candidatura alle Regionali?
Chiariamo: io speravo di candidarmi e confidavo nel legittimo supporto di quest’Amministrazione che avevo contribuito a fare eleggere, ma questa è stata davvero l’ultima goccia, anche perché sulla mia legittima aspirazione elettorale sulla quale avevo lavorato per tre anni ci sono state manovre poco chiare”. (R.M.)