E’ la quarta domenica di quaresima e la Pasqua è ormai vicina. La Chiesa ci ricorda con insistenza di prepararci a celebrare degnamente la Pasqua e ciò vuol dire disporre il nostro spirito ad accogliere con esultanza interiore la rinnovata novità della Risurrezione di Gesù. Non dovremmo restare pressoché inerti , nell’attesa, ma dare prova, con segni evidenti , della nostra fede che trova in Cristo e nella sua resurrezione, in particolare, il motivo più valido e profondo della nostra gioia cristiana. Sappiamo che è la liturgia che nutre e sostiene il nostro impegno, i nostri propositi. E però è ovvio che bisogna seguirla, ascoltandola con attenzione e amandola e vivendola. La liturgia di questa domenica è densissima di contenuti, di ammaestramenti, adatti, se siamo sensibili, ad avvincerci spiritualmente e farci gustare “ con la delizia del cuore “ la bontà del Signore. Prima di fare una pur breve riflessione sulla pagina del Vangelo, voglio spigolare ed evidenziare alcune frasi che, anche se non collegate in unico discorso, hanno una fortissima valenza, suggestiva, e convincente. Dalla prima lettura : “ Oggi ho allontanato da voi l’infamia di Egitto “ Dal salmo : “ Il Signore è vicino a chi lo cerca ( con cuore sincero )” ed anche “ Questo povero grida e il Signore lo ascolta”. Dalla seconda lettura “ Dio ci ha riconciliati con sè mediante Cristo” Si può restare insensibili dinanzi a queste affermazioni ? Ma il centro essenziale del messaggio odierno viene dalla Parabola , da sempre chiamata e da tutti conosciuta come la “Parabola del figliol prodigo” . “ La parabola per la profondità e grandezza del suo pensiero, e per la bellezza della forma viene considerata la perla tra tutte le parabole di Gesù”. Però da tempo viene denominata “La parabola del Padre misericordioso” ed è a lui che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione. E’ lui il protagonista ed è dal suo comportamento che nasce la sublime verità: “la infinita misericordia di Dio” Sarebbe delizioso rilevare tutti i particolari che ci fanno scoprire l’amore di Dio ( simboleggiato dal padre della parabola) che perdona, che fa festa , che dimentica il peccato del figlio e gioisce per il suo ritorno. Quale più efficace incoraggiamento, per chiunque voglia rinnegare un passato di colpe e ritornare al Signore con una sincera conversione ? Come è edificante il pentimento del giovane dissoluto. : “ Mi alzerò e andrò da mio padre e dirò : Padre ho peccato !.”
“E sedutosi … li ammaestrava” : Un uomo aveva due figli. (di don Salvatore Callari)
Lun, 01/04/2019 - 07:55
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