Salute

“E sedutosi … li ammaestrava” : Rimettete i peccati (di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

“E sedutosi … li ammaestrava” : Rimettete i peccati (di don Salvatore Callari)

Lun, 29/04/2019 - 07:25

Condividi su:

Celebriamo la domenica che segue la festa della Pasqua, ma è chiamata “seconda di Pasqua” in quanto fa parte di tutta la solennità, come se fosse il secondo tempo di uno stesso episodio. In fatti per tutta la settimana scorsa la liturgia pregava considerando la settimana unico giorno di Pasqua.
La liturgia è ricca di spunti di riflessioni tutte interessanti per la vita cristiana. E ci sono dei punti di particolare impatto con la nostra fede e le nostre conoscenze. La prima lettura ci parla dei miracoli che Pietro operava con la sua ombra che guariva quegli ammalati che ne venivano coperti. Il Vangelo ci fa notare che Cristo entra a porte chiuse, nel cenacolo avendo un corpo, pur visibile e tangibile , ma nello stesso tempo spiritualizzato potendo così entrare a porte chiuse .Poi la “perla curiosità”, di Tommaso che per accettare la verità della risurrezione vuole constatare col tatto le ferite nel corpo di Gesù
C’è la grande verità della facoltà data agli Apostoli di “ rimettere” ( cioè perdonare ) i peccati . Poi ancora di grande rilievo la consegna che fa Gesù ai discepoli di proseguire la sua missione, quella che il Padre ha affidato a lui e che Egli ora trasmette a loro : “come il Padre ha mandato me, così anch’io mando voi”. Ma quello che rimane più impresso del Vangelo è il “gesto” di Tommaso, Da molti sempre ritenuto un esemplare di rigore morale, desideroso di garantite certezze: prima di credere vuole avere la certezza che Gesù è veramente Lui. Potremmo, in qualche modo scusarlo per la sua pretesa perché non aveva avuto l’esperienza delle donne e dei discepoli che l’avevano visto, e quando venne al Cenacolo la prima volta lui era assente. Ingiustificata è la pretesa di coloro che vorrebbero riferirsi al comportamento di Tommaso come unica regola … di fede. Di fatti egli non andò oltre e non toccò ma credette e professò “ Mio Signore e mio Dio “. E Gesù volle ribadire proprio questo: “ Beati quelli che crederanno senza avere visto. “ Non essere incredulo”. Ovviamente lo sguardo di Gesù si stendeva sui secoli futuri, dove siamo, anche noi che “ crediamo” sulla parola degli Apostoli, della Chiesa, di tutti quelli che sono “portatori genuini” del messaggio evangelico. E’ essenziale, per noi cristiani, accogliere e difendere e diffondere questa verità : la fede è, sì, dono di Dio , ma è comunicazione nella solidarietà fraterna, è, (o proviene) dall’ascolto della Parola. S. Paolo : Fides ex auditu,, la fede è legata all’ascolto della parola elaborata e vissuta come “ conquista”.