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Dopo le frane S.O.S  azienda agricola caseificio Mangiapane. Rischio collasso

Carmelo Barba

Dopo le frane S.O.S  azienda agricola caseificio Mangiapane. Rischio collasso

Ven, 26/04/2019 - 14:16

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CAMMARATA – (FONTE: LA SICILIA)  Il Cristo del Capolavoro di Carlo Levi, non s’è fermato ad Eboli, ma al casalicchio di Cammarata, nell’Agrigentino, Qui un cartello indica, pomposamente, che siamo nel distretto rurale dei Monti Sicani/ Le vie dei formaggi”. Ma se i formaggi ci sono, ed anche prelibati, che vengono commercializzati persino a Singapore, Francia, Austria, Inghilterra, di strade non c’è nemmeno l’ombra. E con le strade non frana soltanto l’economia delle aziende del territorio, una ventina, ma il futuro di giovani siciliani, imprenditori del settore agricolo e zootecnico che in queste terre bucoliche e feraci, le proprie terre, vorrebbero costruire la propria vita di lavoratori, continuando a gestire l’azienda di famiglia come avviene da quattro generazioni. L’azienda di Liborio Mangiapane si estende per un centinaio di ettari a seminativo e vanta un allevamento di vacche che ogni giorno danno 1500 litri di latte, dal quale si ricava un formaggio prelibato premiato come “Best in Sicily”. Parliamo di caciocavallo di vacca modicana e caciotte fresche. Un’azienda che è anche una fattoria didattica. O per meglio dire, era.  E se fino allo scorso anno aveva totalizzato circa 15 mila presenze  di scolaresche provenienti da ogni parte d’Italia, Emilia Romagna, Lombardia, Valle d’Aosta, Veneto, Roma Sicilia, quest’anno dopo le frane che l’hanno completamente isolata, neppure una classe ha potuto osservare la produzione del latte e la conseguente trasformazione in formaggi. “ I ragazzi, ricorda Domenico Mangiapane, 25 anni,  quando arrivavano si ritrovavano a contatto diretto con la natura. Una full immersion  nel verde dei pascoli con le nostra vacche a far loro compagnia. Certo si lamentavano per la viabilità che già allora era precaria, ma adesso con la frana sulla strada provinciale 39 che ha reso impraticabile la via, transitabile soltanto cn i trattori, non si vede più una sola classe. Siamo in ginocchio. A rischio tracollo. Anche il mangime per gli animali lo abbiamo dovuto caricare mano, perché i camion, ad un certo punto, non potevano più andare avanti. Così si pregiudica la raccolkta del latte”. A pochi Km di distanza, dove il Platani “rotola conchiglie”, come ricorda Quasimodo,  si snoda la linea ferroviaria e la SS 189 PA-Ag, asse viario di primaria importanza sul qual transita  buona parte del traffico siciliano. La sconfitta dello Stato, della Regione, della politica, sta tutta nelle amarissime parole di questo ragazzo; “io ho scommesso sul mio futuro, voglio restare nella mia terra, ma a chi ci governa non interessa nulla di noi giovani, né dell’agricoltura ecco perché invito il nostro presidente della Regione, Nello Musumeci, a venirci a trovare e a trascorrere una giornata con noi. Non si può predicare bene da lontano e non toccare con mano la realtà dell’Isola. La nostra realtà di imprenditori agricoli. Avevo anche incontrato l’Assessore all’Agricoltura alla fiera di Palermo, un mese addietro, tanti impegni e buona volontà, ma ad oggi aspetto ancora che tale disponibilità parolaia si trasformi in qualcosa di concreto. Noi chiediamo soltanto di essere messi in condizione di lavorare e questo significa avere delle strade. Senza strade non c’è futuro. E se vogliamo che questa terra “diventi bellissima”, è da noi giovani ed onesti lavoratori che bisogna partire”. Sull’altro versante, una strada di appena 6 Km, la Mussomeli-San Giovanni Gemini, è costata 40 milioni di euro, ma venne chiusa dopo in anno e mezzo perché pericolosa e, da allora, pai più aperta. Mentre sulla Mussomeli- Caltanissetta, un ponticello crollato il 25 settembre 2018, da allora, taglia in due quella parte di provincia. (R.M)