CALTANISSETTA – L’avvocato nisseno Antonio Campione ha recentemente partecipato in Dubai ad un convegno giuridico internazionale. Campione, cinquant’anni, sposato, due figlie, avvocato cassazionista nato e cresciuto a Caltanissetta, ci ha raccontato la sua “avventura”. Un’esperienza formativa, gratificante e di ampio respiro. “Sono socio dell’Associazione Internazionale del Diritto della Proprietà Intellettuale, che raccoglie avvocati provenienti da tutto il mondo e che si occupano di proprietà intellettuale. Il Comitato organizzatore mi ha invitato a tenere una relazione durante il Quinto Convegno dell’Associazione, tenutosi a Dubai, e ho accettato”.
Cosa si intende per Diritto della Proprietà Intellettuale? “Si tratta di un complesso di norme, nazionali, europee e internazionali che tutelano le opere dell’ingegno sia sotto il profilo della loro attribuzione a chi le ha ideate che sotto il profilo della conservazione dei diritti patrimoniali che derivano dal loro utilizzo. In linguaggio corrente, se una persona inventa una cosa, ha diritto di essere riconosciuto pubblicamente come il suo inventore e ha diritto di trarre un guadagno dall’uso di quello che ha inventato”.
La relazione quale argomento “sviscerava”? “Io ero uno dei pochi avvocati partecipanti provenienti da uno Stato membro dell’Unione Europea e ho parlato appunto della tutela della proprietà intellettuale nei paesi dell’Unione. L’impostazione del convegno era molto concreto e ho cercato di spiegare ai partecipanti, che, come esponenti di studi legali internazionali, rappresentavano diverse multinazionali, l’assoluta affidabilità del mercato europeo per le società che volessero operare nel suo mercato. Spero di esserci riuscito. Devo però dire che gli operatori internazionali sono molto diffidenti nei confronti dei mercati europei: temono la troppa burocrazia e la durata eccessiva dei giudizi”.
Questa esperienza potrebbe essere utilizzata per accendere i riflettori sul tessuto economico siciliano e nisseno? “Si, questi convegni servono anche a fare rete e ho pure avanzato qualche suggerimento, ma allo stato non ci sono stati riscontri: il settore pubblico è molto lento e le imprese non vogliono investire. Peccato, perché da qualche mese la Sicilia è collegata con gli Emirati dalla compagnia FLY DUBAI e il mondo arabo è molto interessato ai nostri prodotti: la Sicilia e l’Italia, a proposito di marchi, sono un brand fortissimo. Ma senza un’organizzazione di partenza e un supporto in loco non si possono ottenere buoni risultati”.
Non parliamo più di diritto: com’è Dubai? “Sono andato diverse volte e la conosco bene. È un paese bellissimo, nel quale convivono pacificamente tantissime etnie, si lavora molto e con correttezza anche perché gira molto denaro e l’onestà è un requisito essenziale per entrare nel loro business: la disonestà è invece punita duramente. E la vita non è poi così cara come sembra. Dubai è una città moderna, piena di grattacieli e centri commerciali; le spiagge e il mare sono belli, anche se il nostro Mediterraneo non ha niente da invidiare a nessuno”.
Potrebbe essere una meta allettante per i nostri lettori? “Come ho detto, il Mediterraneo non ha niente da invidiare a nessuno. Certo, in periodo invernale, se si vuole andare al mare e al caldo, la destinazione più vicina sono proprio gli Emirati. Ci sono hotel accoglienti e non molto costosi e molto da fare e vedere: visitare i quartieri tipici di Dubai o di Abu Dhabi, per esempio, è un’esperienza affascinante, che consiglio più della gita nel deserto. E allora, buon viaggio”.