ENNA – Una truffa al bilancio dell’Unione Europea per 5 milioni di euro e’ stata scoperta dai finanzieri del comando provinciale di Enna, nell’ambito di un’inchiesta volta alla verifica del corretto utilizzo di finanziamenti comunitari riconducibili al Programma di Sviluppo Rurale (Psr) della Sicilia. Nell’ambito delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Enna, sono indagate 43 persone per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsita’ ideologica commessa dal privato in atto pubblico, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. I finanziamenti comunitari, indebitamente percepiti da diversi operatori economici, per lo piu’ imprenditori agricoli operanti sul territorio di Nicosia, Gagliano Castelferrato, Villadoro, Nissoria, Leonforte ed Assoro, consorziati in associazioni interpoderali committenti dei lavori, erano destinati alla realizzazione e al rifacimento di strade interpoderali nell’Ennese allo scopo di agevolare il comparto rurale dei luoghi nell’ambito del Psr Sicilia. Gli imprenditori indagati, con la complicita’ delle imprese esecutrici delle opere, sono risultati autori di una consistente truffa aggravata ai danni dell’Ue, con conseguente danno all’erario quantificato in oltre 4 milioni. L’operazione, denominata “Ruris”, ha evidenziato “sistematiche condotte delittuose” volte al conseguimento di erogazioni pubbliche per lo piu’ di origine comunitaria, mediante il ricorso all’emissione ed all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
In particolare, attraverso le false fatturazioni, i soggetti coinvolti nella frode hanno tentato di giustificare i costi sostenuti per l’effettuazione delle opere interpoderali ai fini della successiva percezione delle erogazioni, “gonfiando” cosi’ contabilmente le passivita’ d’azienda e sottraendosi, conseguentemente, ad una regolare tassazione, certificando prestazioni di servizi e cessioni di beni mai avvenute o eseguite in modo non conforme rispetto all’entita’ dei finanziamenti comunitari e nazionali percepiti. Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle Ennesi, nel contesto dell’operazione “Ruris”, hanno evidenziato flussi monetari significativi per cui i soggetti investigati hanno metodicamente proceduto al reimpiego del denaro accumulato mediante la costituzione di “fondi neri” in modo da occultarne la provenienza e configurando, in tal modo, anche il reato di auto riciclaggio. Le indagini delle Fiamme Gialle si sono concluse con la richiesta alla procura di Enna del sequestro di beni mobili, immobili e disponibilita’ finanziarie riconducibili agli indagati, per oltre 5 milioni di euro, pari al profitto dei reati commessi. E’ stata, inoltre, accertata una consistente evasione fiscale, quantificata in 2.500.000 euro sottratti all’imposizione diretta e indiretta