L’APPROFONDIMENTO. Facebook compie 15 anni, tra privacy e miliardi 

ROMA – Lunedi’ Facebook compie 15 anni. Risale infatti al 4 febbraio 2004 il celebre episodio che vede protagonista uno studente che se ne va in giro per Harvard in felpa e sandali e lancia TheFacebook, l’abbozzo di quello che sarebbe diventato il social network piu’ grande del pianeta. A 15 anni di distanza, Mark Zuckerberg ha in mano una societa’ miliardaria, con casse ricchissime nonostante un periodo a dir poco burrascoso.
COM’E’ NATO “THE” FACEBOOK – TheFacebook, che strada facendo perdera’ le tre lettere iniziali, si propone di connettere gli studenti di Harvard (prima) e di alcuni tra gli atenei statunitensi piu’ prestigiosi (poi). E’ figlio di FaceMash, un sito aperto nel 2003 e capace di mandare in palla la rete dell’universita’ con un semplice giochino: confronta due fotografie di studentesse e gli utenti scelgono quale preferiscono. Dopo la chiusura di FaceMash, Zuckerberg scrive il codice di TheFacebook e lo lancia con la collaborazione di Eduardo Saverin (che sara’ riconosciuto come co-fondatore solo dopo una causa). I due sono i primi finanziatori del progetto, con un investimento di mille dollari a testa. Solo nell’estate 2004 (mentre altri studenti di Harvard, i gemelli Winklevoss e Divya Narendra, accusano Zuckerberg di aver rubato loro l’idea dal social network HarvardConnection.com) arrivano i primi fondi esterni, grazie a nomi noti della Silicon Valley. Il primo e’ Sean Parker, fondatore di Napster. Parker crede nel progetto, tanto da diventare il primo presidente di Facebook. All’inizio, pero’, il suo e’ un ruolo da “promotore” informale. Sfrutta i propri contatti a caccia di investitori e propone Facebook a Reid Hoffman, che meno di un anno prima aveva fondato LinkedIn. Hoffman e’ interessato, ma indirizza Parker verso il suo ex capo, il fondatore di Paypal Peter Thiel. E’ lui a sborsare la maggior parte del primo investimento da 500.000 dollari, al quale partecipa anche Hoffman. Facebook inizia a crescere. A fine 2004 ha un milione di utenti. Nel 2005 sono gia’ sei. Nello stesso anno, il venture capital Accel Partners scommette 12,7 milioni sulla societa’, valutata poco meno di 100 milioni. Il social abbandona il “The”. Ma per farlo deve sborsare 200.000 dollari: e’ il prezzo di acquisto del dominio facebook.com, che qualcuno aveva gia’ registrato.

FATTURATO, UTILI, UTENTI – Da questo momento in poi, la scalata di fatturato, utili e utenti e’ vertiginosa. Grazie alla pubblicita’, nel 2007 Facebook incassa 153 milioni, nel 2009 e’ gia’ arrivato a 777 milioni. E per la prima si registrano utili: sono 229 milioni. Nel 2010, il fatturato supera per la prima volta il miliardo. Bastano altri 12 mesi perche’ a superare il miliardo sia l’utile. Nella storia del social, fatturato e risultato netto non sono mai calati rispetto all’anno precedente. Nel 2018 il primo e’ cresciuto del 37% (a 55,8 miliardi) e il secondo del 39% (a 22,1 miliardi), nonostante l’esplosione dei costi dovuti in gran parte alla necessita’ di gestire nodi quali privacy, bufale e contenuti nocivi. La capitalizzazione di Facebook, arrivata in borsa nel maggio 2012, vale oggi oltre 470 miliardi. Zuckerberg, che e’ il principale azionista, ha accumulato un patrimonio di 62 miliardi di dollari: quel ragazzo che se ne andava in giro per Harvard con felpa e sandali e’ il settimo uomo piu’ ricco del pianeta. Oltre che in dollari, la ricchezza di Facebook si conta in utenti. Il ritmo di crescita della platea, tra intoppi sulla privacy e rallentamento fisiologico, e’ in frenata. Ma il numero di iscritti continua a crescere. Il social ha superato il miliardo di utenti mensili attivi proprio nelle settimane in cui si quota in borsa. La soglia dei 2 miliardi viene oltrepassata nel secondo trimestre 2017. Il 2018 si e’ chiuso con 2,32 miliardi di account attivi ogni mese e 1,52 ogni giorno, con un incremento (in entrambi i casi) del 9% anno su anno. Ma se da una parte la curva che traccia la crescita si sta appiattendo, dall’altro Facebook riesce a ricavare sempre di piu’ da ogni singolo utente: 7,37 dollari tra ottobre e dicembre, con un progresso anno su anno del 19%.

TUTTI I GUAI DI FACEBOOK – La crescita di fatturato, utili e utenti, specie a questi ritmi, era tutt’altro che scontata dopo i mesi piu’ complicati nella storie del social network. Che pero’ puo’ festeggiare il compleanno con la soddisfazione di chi ha retto (almeno per ora) alla buriana. Gia’ dalla fine del 2016, con le accuse di interferenze sulle elezioni americane, le pressioni su Facebook sono aumentate. Ma nulla in confronto al 2018. Il 17 marzo The Observer pubblica l’inchiesta su Cambridge Analytica. La societa’ d’analisi che ha indirizzato la campagna presidenziale di Donald Trump ha utilizzato i dati di decine di milioni di utenti senza il loro consenso. Inizia la campagna #Deletefacebook, che invita a lasciare il social network. Ad aprile Zuckerberg si presenta davanti al Congresso per rispondere sulla gestione dei dati. A maggio Menlo Park deve affrontare l’esordio del Gdpr, il nuovo regolamento europeo sulla privacy. Nella trimestrale successiva, Zuckerberg dira’ che le norme hanno impattato sul numero degli utenti europei, che tra aprile e settembre diminuiscono. Il 3 giungo il New York Times rivela che Facebook ha concesso ai grandi produttori di smartphone (tra cui Apple, Samsung e Microsoft) l’accesso a un’enorme quantita’ di dati. Il 7 giugno, la compagnia conferma che un bug ha esposto i dati di 14 milioni di utenti. Il 25 luglio, Facebook pubblica i dati trimestrali: fatturato e utile continuano a viaggiare a ritmo elevato, ma non rispettano le aspettative degli analisti. La compagnia, che ammette di essere stata impreparata di fronte ad alcuni fenomeni come le fake news, e’ costretta ad aumentare gli investimenti per controllare meglio le bacheche. Annuncia che i costi lieviteranno e che i margini si assottiglieranno. In 90 minuti, il titolo del social network perde il 20% e brucia 120 miliardi di dollari. E’ la maggiore perdita di valore mai accusata da una quotata a Wall Street in una singola seduta. Il 28 settembre la societa’ annuncia di essere stata hackerata: sarebbero stati compromessi i dati di 30 milioni di utenti. Il 14 dicembre Facebook rivela un nuovo bug, che ha esposto le foto di 7 milioni di utenti. Il 5 dicembre il Parlamento britannico rende pubbliche 250 pagine di documenti (in gran parte riservati) raccolti durante le indagini su Facebook: mail, discussioni interne, dossier. Rivelano alcune prassi, come quella di ripagare in dati le societa’ che piu’ investivano in spazi pubblicitari. Il 19 dicembre il governo degli Stati Uniti fa causa a Facebook per il caso Cambridge Analytica. Il 2019 non si e’ aperto meglio. Documenti desecretati da una corte Usa svelano come Facebook abbia incoraggiato i bambini a spendere soldi nei giochi online, attraverso una strategia definita internamente come “frode amichevole”. Alla fine di gennaio, un’inchiesta di TechCrunch ha rivelato l’esistenza di un’app che permetteva a Facebook un completo accesso ai dati degli utenti in cambio di 20 dollari al mese.

ESPANSIONE E CONCENTRAZIONE – La storia di Facebook e’ anche quella di decine di acquisizioni. Il social network, che in questi tre lustri si e’ trasformato in un gruppo, ha comprato per portare in casa servizi, tecnologie e talenti. Ma anche per neutralizzare possibili concorrenti. Tre sono state le acquisizioni oltre il miliardo di dollari. La prima il 9 aprile 2012: Zuckerberg mette le mani su Instagram. Il 19 febbraio 2014 e’ il turno di Whatsapp, acquisito per 19 miliardi di dollari. Un mese dopo, Menlo Park spende 2 miliardi e ingloba il produttore di visori per la realta’ virtuale Oculus. Zuckerberg ha sempre tenuto salde le briglie dell’espansione. E adesso ha deciso di tirarle per integrare tutte le piattaforme del gruppo: Facebook, Instagram, Whatsapp e Messenger mettono insieme 2,7 miliardi di utenti. La volonta’ di accentrare la gestione, unita alla diversita’ di vedute su dati e privacy, ha portato lontano da Facebook tutti i fondatori delle tre societa’ acquisite a suon di miliardi. L’ultimo a salutare e’ stato, lo scorso ottobre, Brendan Iribe, uno dei padri di Oculus. L’altro, Palmer Luckey, era stato allontanato in circostanze poco chiare nel 2017. Nello stesso anno ha lasciato la compagnia, Brian Acton (Whatsapp). Il suo collega Jan Koum ha atteso aprile 2018. Lo scorso 24 settembre hanno detto addio i fondatori di Instagram Kevin Systrom e Mike Krieger. A 15 anni dalla nascita, Facebook non e’ mai stato cosi’ saldamente nelle mani del ragazzo con con la felpa e i sandali: Zuckerberg e’ ceo, presidente, principale azionista. E gestisce una struttura societaria che non consente di prendere decisioni senza il suo consenso.

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