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Caltanissetta, processo Saguto. L’imputata è un fiume in piena: “Falcone mio maestro, ecco agenda con segnalazioni dei magistrati”

Redazione

Caltanissetta, processo Saguto. L’imputata è un fiume in piena: “Falcone mio maestro, ecco agenda con segnalazioni dei magistrati”

Mer, 20/02/2019 - 15:13

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CALTANISSETTA – “Ecco l’agenda, ci sono tutti, la consegno ai magistrati. Dentro raccoglievo i biglietti che ricevevo ogni giorno per segnalarmi amministratori giudiziari da nominare. Segnalazioni che mi arrivavano da tanti, colleghi magistrati e avvocati...”. E’ il giorno di Silvana Saguto, a Caltanissetta, l’ex presidente della Sezione misure di prevenzione di Palermo, accusata di essere la regista di un sistema che aveva gestito in maniera oscura i beni confiscati alla mafia. Parla davanti ai giudici del tribunale dove e’ la principale imputata, ed e’ un fiume in piena. Racconta gli inizi della sua attivita’: “La mia carriera in magistratura parte nel 1981. Ho avuto maestri come Rocco Chinnici, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Sono stata destinata a Trapani e mi sono occupata fin da subito di misure di prevenzione quando nessuno voleva farlo. Eravamo in piena guerra di mafia ed era il momento in cui si era capito che l’aggressione ai patrimoni era un’arma nella lotta alla mafia e con me, infatti, i sequestri sono aumentati a Palermo del 400 per cento“. Ha spiegato anche di essersi occupata del Maxiprocesso quater e del processo sull’omicidio di Piersanti Mattarella. Un mese dopo l’inizio di questo procedimento “ci fu la strage di Capaci e mi venne assegnata la scorta. Sono una persona a rischio, la mafia voleva farmi saltare in aria, ma non mi sono mai tirata indietro”.

Poi la Saguto ha difeso le sue scelte. “Credo che tutti noi nominiamo periti e consulenti sulla base della fiducia, non sulla base di un elenco”, ha detto rispondendo alle domande del suo avvocato Ninni Reina. Ha anche detto che la sua designazione come presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo fu votata all’unanimita’ dal Csm e nell’assegnare la sezione il presidente del Tribunale Guarnotta sottolineo’ le sue qualita’. A proposito invece delle presunte “sponsorizzazioni” sulla sua nomina a presidente di sezione, in particolare da parte del giudice Tommaso Virga, ha risposto che “Virga non era consigliere superiore della magistratura” quando venne nominata: “Non lo conoscevo se non di vista e addirittura lo chiamavo Antonio perche’ stava sempre con il giudice Antonio Novara, tant’e’ che lui si arrabbiava. Non avrei mai potuto fare una cosa del genere, non era nemmeno una figura importante nella corrente di MI di cui facevo parte. Per quella nomina ho piuttosto fatto valere la mia storia e i miei titoli”. Parla pure dell’ex direttore di Telejato Pino Maniaci che si occupo’, attaccandola, della gestione palermitana dei beni confiscati: “Non avevo nessuna considerazione di lui, per me una persona che non sa nemmeno parlare in italiano. Sono andati appresso alle farneticazioni di un pazzo“.

Non ho mai ricevuto soldi dall’avvocato Gaetano Cappellano Seminara“. Ad affermarlo e’ stata Silvana Saguto, l’ex presidente della Sezione misure di prevenzione di Palermo, imputata a Caltanissetta. La Saguto non nega l’incontro contestato dall’accusa che si svolse a casa sua il 30 giugno 2015 fra lei e Cappellano Seminara, il re degli amministratori giudiziari, anche lui tra gli imputati nel processo che ha al centro la gestione ritenuta illecita dei beni confiscati nel capoluogo siciliano. L’incontro che si svolse alle 22 e al quale l’amministratore giudiziario si reco’ portando con se’ un trolley. “Venne a casa mia – ha sottolineato l’ex giudice – per farmi firmare delle carte perche’ c’era un’urgenza legata al nostro lavoro. E’ stato detto che era venuto con un trolley… ma francamente per 20 mila euro non serve un trolley”. Poi l’ex giudice ha parlato delle qualita’ professionali dell’avvocato Cappellano Seminara, sostenendo che era “il piu’ bravo e il piu’ quotato e si avvaleva all’interno del suo studio di diverse figure professionali come ingegneri, contabili, architetti e agronomi“. L’imputata ha anche spiegato di non essere mai andata a cena con Cappellano Seminara e che anche se si vedevano spesso, gli incontri si svolgevano sempre nel suo ufficio. Poi ha chiarito: “Non era solito farmi dei regali, me ne ha fatto qualcuno, ma come ad esempio il cancelliere che per la festa della donna ci faceva trovare i fiori”

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