L’assessorato dell’Energia e Rifiuti ha convocato per mercoledì i sindaci e i gestori degli impianti di smaltimento dei rifiuti urbani delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi sul tema dell’applicazione dell’addizionale del 20 per cento per i Comuni che non arrivano al 65 per cento di raccolta differenziata. “Musumeci metta in campo strategie serie e non scelga la scorciatoia che porta direttamente alle tasche dei cittadini”.
PALERMO – Non si possono scaricare sui Comuni, e di conseguenza sui cittadini, le inefficienze della Regione. Se i livelli di differenziata in Sicilia sono mediamente ridicoli, la colpa non è certo dei cittadini, che finirebbero per pagare con un aumento delle tariffe le colpe del governo regionale che non è riuscito a mettere in campo idonee strategie per incentivare la differenziata”.
Lo affermano i deputati M5S all’Ars, componenti della commissione Ambiente, Nuccio Di Paola, Stefania Campo, Valentina Palmeri e Giampiero Trizzino, in vista della riunione convocata per mercoledì prossimo dall’assessorato regionale dell’Energia e Rifiuti con i sindaci siciliani e con i gestori degli impianti di smaltimento dei rifiuti urbani delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi.
“Oggetto della riunione– affermano i deputati – è il tributo speciale per il deposito in discarica, ovvero la famosa addizionale del 20 per cento per i Comuni che non arrivano al 65 per cento della raccolta differenziata, Questa addizionale finirebbe per scaricarsi direttamente sulle tasche di cittadini che già pagano un’enormità, specie se l’importo è commisurato alla qualità scadentissima del servizio. Prima di metterla in atto la Regione dovrebbe battere tutte le strade alternative possibili”.
“Tra l’altro – concludono i deputati – l’aumento non servirebbe a far lievitare il servizio di raccolta, ma finirebbe solo col penalizzare i cittadini corretti che già differenziano e pagano la Tari. È impensabile, infatti, che chi attualmente non paga la tassa, e sono tantissimi in Sicilia, pagherebbe con gli aumenti. È vero, semmai, il contrario”.