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Michele Nicosia: Maestro nisseno di Karate, una storia di successo

Donatello Polizzi

Michele Nicosia: Maestro nisseno di Karate, una storia di successo

Ven, 25/01/2019 - 21:29

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Uno dei protagonisti della storia delle arti marziali a Caltanissetta, un nome che nel karate nisseno si è ritagliato un posto d’onore per meriti sportivi, risultati ottenuti, impegno ed abnegazione: Michele Nicosia, 60 anni, ripercorre con noi le avvincenti ed appassionanti tappe di una vita vissuta prima da agonista e poi da Maestro. Inevitabile partire dalla scintilla che ha acceso l’amore per questa disciplina sportiva poi divenuta “ragione” di vita. “Tutto ebbe inizio nel 1972 in via Guarnaschelli, nel Centro Storico di Caltanissetta. Sovente passavo nei pressi di una palestra, la ‘CSKS Hiroshi Shirai’, dalla quale provenivano urla che mi affascinavano ed attiravano. Un giorno decidi di entrare, mi affacciai sull’uscio e l’immagine di quelle persone che si allenavano indossando il karate-gi, ha segnato la mia vita; non ebbi dubbi, quello era lo sport che volevo praticare. Sulla mia strada due benemeriti di questo sport nell’ambito nisseno, che tanto hanno significato e fatto per me: il tenente Giovanni Vitali, che era il presidente di quella palestra, ed il mitico maestro Lorenzo Creanza che purtroppo ci ha lasciati nel dicembre 2018. Ho perfezionato il mio karate sotto la guida del maestro Hiroshi Shirai del quale seguo in modo molto intenso ed attivo la scuola e la conseguente evoluzione del karate da lui diffuso”.

Michele Nicosia impugna con forza la barra del timone della sua esistenza, decidendo di intraprendere una rotta ardua che esige un’immane fatica. “Inizialmente la mia passione mi spinse verso l’agonismo, anche se non posso negare che covavo l’intenzione di diventare Maestro. Per raggiungere certi obiettivi, per seguire il mio sogno, ero disposto a tutto: dormivo nelle palestre quando dovevo fare 2 o 3 giorni di allenamento. Ho vinto tanto sul piano regionale e nazionale, ovviamente non sono mancate le sconfitte che mi sono servite: a crescere ed a migliorare. Viaggiavo tantissimo, mi confrontavo con molti. Poi giunse inevitabile il momento della fatidica scelta. Intrapresi con ancor più marcata convinzione la strada dell’insegnamento, ma già anche durante l’agonismo sceglievo più l’aggiornamento che la gara. Nel 1982 il mio primo corso di allenatore all’Acqua Acetosa di Roma”.

Pagina 46 del giornale di gennaio 2019

Inizia un nuovo percorso, una nuova sfida, ricca di stimoli ed insidie. “Iniziai ad insegnare dove io avevo cominciato a praticare karate con il tenente Giovanni Vitali che dopo mi affidò la palestra che nel frattempo si era trasferita dapprima in via Bissolati e poi in via Paladini. Diventa la ‘Polisportiva University Karate” nel 1990 con l’approdo a Largo Petrella, denominazione che resiste fino al 2014. Adesso è l’Asd Michele Nicosia per volere dei miei figli: loro hanno voluto che la società portasse il mio nome”.

La Wuka, le vittorie, gli allievi, molteplici ed avvincenti le tappe del cammino: “Sono uno dei soci fondatori della Wuka (World United Karate-Do Associations & D.A) con sede a Crema, della quale sono anche presidente della commissione Tecnica Nazionale e Consigliere Federale. Da oltre 18 anni con i miei ragazzi ed i miei istruttori, abbiamo raccolto allori in diversi campionati del mondo: il primo a Novi Sad (Serbia) nel 2002, in cui abbiamo fatto suonare otto volte l’inno di Mameli. Poi in Germania, Austria, Romania e Nizza.  Ho avuto ragazzi in nazionale; abbiamo vinto tutto quello che c’era da vincere in tutte le categorie (Ragazzi, Cadetti, Speranze, Junior, Senior, Master). Anche se purtroppo l’Amministrazione attuale non mi considera proprio, mentre quelle passate mi hanno dato spazio e considerazione”.

Maestro, un importante ruolo ricco di risvolti, oneri ed onori; figure che segnano la crescita e la vita dei propri allievi:“L’insegnamento richiede abnegazione ma regala gioie ineguagliabili. Tanti dei ragazzi che io ho allenato e che con me hanno vinto, sovente smettono per motivi di lavoro. Ma tornano sempre per portare i loro figli: ho avuto la fortuna di allenare più generazioni. Dalle nuove leve, riparte la sfida: intraprendere una nuova via che conduca alla maturazione ed eventualmente a nuovi successi. Tra noi e altri sport c’è una differenza sostanziale: noi formiamo prima di tutto uomini. Alcuni genitori portano i figli a scuola calcio e vorrebbero che diventassero dei piccoli Ronaldo. Da noi quando arriva un papà spesso inizia col dire mio figlio è troppo irrequieto, oppure vorrei che diventasse più forte, o ancora è vittima di bullismo: noi formiamo uomini”.

Non manca la doverosa citazione per i Maestri collaboratori: Carmelo Cipolla, Stefano Calabrò e Maria Russica, atleta plurimondiale con una spiccata attitudine ad insegnare ai bambini.

La famiglia, porto ed approdo sicuro: la moglie, Sara Galletti, ed i due figli Danilo e Marco che da ragazzi praticavano il karate. “Anche la mia palestra è una famiglia, in cui si ritrovano o susseguono padri e figli. Ragazzi che crescono, maturano, si trasformano in uomini anche se non diventano campioni. Per chi vuole poi c’è la possibilità di conoscere ed approfondire la difesa personale Non ricorderai i passi che hai fatto nel cammino ma le impronte che hai lasciato”.