Celebriamo in questa domenica una festa che chiude il breve periodo liturgico denominato natalizio. Non tutto all’interno di questo tempo è proprio di natura strettamente “ di Natale” Pensiamo a Gesù a 12 anni al tempio, a Gesù adulto che, però, riceve il battesimo, quasi a disorientarci nelle nostre abitudini mentali. Noi abbiamo più confidenza con il battesimo di bambini. Ma non ci mancherà il buon gusto di capire che le cose cambiano: quelle del tempo di Giovanni il Battista e quelle che avranno inizio con Gesù sono diverse. Le letture ci illuminano riccamente questa festa che deve essere considerata da un punto di vista biblico e poi, possiamo dire, da un punto di vista di perenne attualità. Un aspetto per la conoscenza-cultura, un aspetto per la vita quotidiana concreta. Gesù è profeticamente annunciato da Isaia, come il “ servo di Jahvè”. Ne fa un bellissimo elogio e descrive la missione che Dio gli affida: “ Egli è l’eletto , è ripieno di spirito divino, porterà il diritto, sarà particolarmente mite, Egli sarà il segno dell’alleanza del popolo, sarà luce delle nazioni”. E’ la splendida intuizione della missione del futuro Messia , che noi oggi conosciamo e che è Gesù. S. Pietro ci dice : “ Egli è venuto recando la buona novella della pace, passò beneficando e sanando tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo. Nel Vangelo c’è la descrizione di un evento glorioso e solenne, cioè la manifestazione di Dio, E’ una più chiara Epifania, che meglio viene detta Teofania. In un solo momento c’è la rivelazione del Padre che fa udire la sua voce, la presenza ovvia di Gesù immerso nelle acque, dello Spirito in forma di colomba: cioè la SS: Trinità. Avviene la investitura di Gesù a Messia e Salvatore, in forma sontuosa: “ Tu sei il mio figlio diletto”. Gesù dà esempio di umiltà accettando un gesto che lo fa sembrare peccatore come gli altri, ma che è invece “ il campione” che sollecita e guida gli uomini a riconoscersi peccatori e purificarsi col pentimento e il battesimo. In questo sta l’aspetto concreto della vita quotidiana, riconoscere che il battesimo ci ha lavato dalle colpe, ci ha fatto diventare figli di Dio e fratelli di Gesù Cristo. La nostra appartenenza alla “ famiglia di Dio “ non dobbiamo smentirla” con comportamenti indegni ma dobbiamo rivelare sempre, con le parole e con i fatti, che siamo cristiani “ marcati” con il battesimo che è l’impegno fondamentale di rispettare la nostra dignità e la nostra nobiltà spirituale, e vivere nella responsabilità di cosciente fedeltà al dono del Padre che anche a noi dice : “ Tu sei mio figlio diletto “