– Colpo di scena nel processo all’ex Presidente degli industriali siciliani, Antonello Montante. La prima Presidenza della Corte Suprema di Cassazione “ha dichiarato ammissibile la richiesta di rimessione” formulata nei giorni scorsi dai legali di Montante, l’imprenditore arrestato nel maggio scorso con l’accusa di corruzione. A darne notizia è uno dei legali di Montante, l’avvocato Carlo Taormina. “La richiesta è basata sulla impraticabilità di un giudizio imparziale dei magistrati di Caltanissetta per avere operato per 12 anni con Montante nella lotta alla imprenditoria mafiosa – dice Taormina – mettendo a disposizione i potenti strumenti giudiziari ed avvalendosi nelle investigazioni dei supporti tecnici e tecnologici”. “E’ un primo segnale di attenzione verso questa vicenda di cui nessuno vuole parlare per i suoi caratteri essenziali di grande interesse giudiziario e sociale per il nostro paese – commenta l’avvocato Taormina con l’Adnkronos – Si tratta qui di sgominare una impostazione giudiziaria che vorrebbe fare piazza pulita di 12 anni di antimafia fatta dal dottor Montante insieme con i magistrati di Caltanissetta, dando ragione in maniera consapevole o inconsapevole alla vecchia mafia soppressa e che sta riprendendo fiato”. E aggiunge: “Non è possibile che i magistrati che abbiano vissuto in simbiosi con il dottor Montante possano essere gli stessi che oggi abbiano la possibilità di giudicarlo nella consapevolezza che sarebbero stati essi stessi concorrenti nel reato mafioso che gli viene contestato”. Lo scorso 7 gennaio l’avvocato Carlo Taormina aveva presentato istanza di rimessione del processo per legittimo sospetto. Taormina si era rivolto alla Cassazione denunciando che nel procedimento a carico del suo assistito, imputato a Caltanissetta tra l’altro per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, si stiano commettendo “una serie di anomalie”. Tra le cause che, secondo Taormina, legittimerebbero il trasferimento del caso ad altra sede giudiziaria c’è la mancata scarcerazione di Montante sollecitata nei giorni scorsi dalla difesa. Il legale sostiene infatti che per le condizioni di salute in cui versa l’imputato non debba stare in carcere. Oggi la decisione della Corte di Cassazione. Per la difesa di Antonello Montante, il processo non si può celebrare a Caltanissetta, perché c’è “un pregiudizio dei magistrati nisseni – accusa l’avvocato Carlo Taormina – con cui l’ex leader di Confindustria ha condiviso per dieci anni il compimento di proficue attività antimafia e rapporti personali, fino alla familiarità, che non permettono serenità di giudizio”. Gli avvocati Taormina e Giuseppe Panepinto hanno quindi chiesto alla Corte di Cassazione la rimessione del processo per legittima suspicione. “Nel procedimento ci sono una serie di anomalie”, hanno detto i legali. A cui il procuratore capo di Caltanissetta Amedeo Bertone aveva replicato: “Noi siamo sereni e tranquilli, come sempre. Anche rispetto a questa richiesta della difesa”. Oggi la decisione della Cassazione di ritenere ammissibile la richiesta di rimessione del processo.