“Perciò l’Eterno Dio mandò via l’uomo dal giardino di Eden perché lavorasse la terra da cui era stato tratto. Così egli scacciò l’uomo; e pose ad est del giardino di Eden i cherubini, che roteavano da tutt’intorno una spada fiammeggiante, per custodire la via dell’albero della vita.” (Genesi, 3:23-24)
Ma è possibile riportare quell’antico, originario giardino, dove l’uomo e la donna vivevano in simbiosi con la Natura, di nuovo in Terra? Forse è questo il vero scopo (l’illusoria consolazione?) del giardino. Di ogni giardino. Insomma: un luogo fisico che diventa luogo mentale, spirituale. Non solo, dunque, un luogo di bellezza – con alberi, fiori, fontane, viali e sculture – ma un luogo di meditazione. Un giardino, un “paesaggio interiore” – come direbbe il nostro Rosario Assunto.
Non senza sconcerto abbiamo appreso, in questi giorni, dei ripetuti atti vandalici compiuti a Villa Amedeo. Di una cosa sono dolorosamente certo: l’antico giardino di Villa Amedeo (un tempo Villa Isabella) non esiste più. Questo luogo, ormai, è solo uno spazio muto e disabitato tra i tanti, troppi luoghi dimenticati, rimossi e calpestati della Caltanissetta contemporanea.
Leandro Janni – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia