Mafia, Coldiretti Sicilia: “L’isola nella morsa dei furti, bene lavoro DDA e carabinieri”

La mafia continua ad imperversare nel settore agricolo. Dalle aziende  alla grande distribuzione fino ai ristoranti le mani della Cupola nel piatto degli italiani fanno affari per 21,8 miliardi di euro con attività che riguardano l’intera filiera del cibo. Lo afferma Coldiretti Sicilia  che plaude all’indagine della dda di Palermo che ha disposto il fermo di 46 persone tra cui il nuovo capo dell’organizzazione, ed ai carabinieri.

Un dato su tutti  fa comprendere la pericolosità della situazione: tra i 399 provvedimenti interdittivi adottati dalle nove prefetture siciliane negli anni 2017 e 2018 emerge – commenta Coldiretti Sicilia – la presenza significativa della mafia nel settore agroalimentare dalle corse dei cavalli alla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, dalle attività agro pastorali per l’acquisizione di finanziamenti europei all’eolico e le relative attività di progettazione e la gestione delle acque, dalla grande distribuzione di merci all’ingrosso al settore vitivinicolo, cantine e impianti di trasformazione dei prodotti enologici dell’agricoltura.

In Sicilia, al pari del resto d’Italia le mafie hanno le mani sul mercato agroalimentare a cominciare dalle l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto.

Nell’Isola poi – sottolinea il presidente regionale  Francesco Ferreri – continuano senza sosta i furti di prodotti e attrezzi. Intere aree sono  nel mirino di bande che depredano prodotti di altissima qualità e innovativa, prodotti che poi si ritrovano agli angoli delle strade a prezzi bassissimi. Per questo azioni di contrasto forti e l’incremento del controllo del territorio, soprattutto nelle aree interne, sono determinanti.

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