E allora per ammaestrare c’è un degnissimo supplente con la liturgia che la Chiesa magnificamente compone in modo pertinente al momento di attesa per la venuta di Gesù. Sono due pagine che centrano con particolare efficace l’argomento ed hanno una intensità di tale bellezza e solennità cui non si può sfuggire. Anche lo scorrere poetico del messaggio che raccoglie la forza interiore di tre “autori” ha una incidenza di altissimo valore: c’è il pensiero di Isaia, c’è quello di Baruc,e c’è quello di Luca e tutti e tre partecipano a “soffiare” sul fuoco dell’entusiasmo col quale si deve accogliere “ colui che viene”. Ed è perfettamente aderente al tema dell’Avvento che è quello tipico del camminare verso Cristo. Le letture e i vari richiami delle preghiere, di questo tempo ci sollecitano a comportarci come pellegrini che vanno incontro al Signore. E che cosa di più specifico e “confortante” ci può essere, in tal caso, del parlare di “ viabilità” di strade su cui camminare. La efficacissima descrizione della opportunità e della necessità di occuparsi di interventi concreti per rendere agevole “la viabilità” materiale, si può “trasferire” sul piano spirituale. Ed ecco allora , l’impegno richiesto per il “rinnovamento”. Dice il profeta Baruc : “ spianare ogni alta montagna e le rupi secolari; colmare le valli e spianare la terra perché Israele proceda sicuro:” E Luca riecheggiando il profeta Isaia cita la predicazione di Giovanni, che con devota e ariosa enfasi grida, “ preparate la via del Signore , raddrizzate i suoi sentieri. Ogni burrone sia riempito, ogni monte e colle sia abbattuto”. Il Signore viene e vuol trovare una via per entrare nelle nostre anime. I nostri sentieri sono ingombri da troppi sentimenti di superbia, di arroganza ,di ingiustizia, di ingiustificate avidità, di rifiuto dei fratelli. I nostri sentieri sono dissestati e sono privi di buona volontà per agire con carità verso chi è nel bisogno , sono abbandonati al degrado di ogni sensibilità umana, al disprezzo di ogni dignità. E’ il tempo del “ cambiamento” che la liturgia chiama “conversione”. Raddrizziamo la nostra mentalità per incontrarci con il Signore.