CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Non passa giorno che non si leggano attacchi nei confronti di Facebook ed in special modo ai gruppi locali, visti come un luogo di cospiratori, lamentosi, beceri criticoni, ignoranti, tuttologi (novità), produttori di false notizie e di attacchi strumentali e spesso privi di informazioni, quindi falsi, nonchè il classico e troppo usato termine… leoni da tastiera. Oggi la notizia riportata da un quotidiano locale di un consigliere che ha querelato un cittadino, sta dando libero sfogo a chi non ama i social, ma che comunque ne fa parte attiva. Non sto qui a dire se il fatto costituisce reato o meno, sarebbe da capire cos’ è successo, sarà chi di dovere a stabilirlo, ma noto che certe persone, nel commentare o riportare la notizia ne approfittano per rinnovare i soliti attacchi.I leoni da tastiera, così come viene definito è colui che attacca in maniera aggressiva ed offensiva una persona; questo modo di fare è sempre da me stato stigmatizzato ed ho più volte richiamato al rispetto. Altro però è il generalizzare definendo leoni da tastiera chi critica educatamente ed argomenta. Molte di queste persone però si decidessero; o a loro i social piacciono o no. Non può essere un “amore” a corrente alternata, cioè quando si attacca e si è protagonisti piacciono, quando si è attaccati e si subiscono le critiche allora non piacciono più. Essendo un sostenitore dei social, penso, piaccia o no, si debba riconoscere ai social il ruolo di aver fatto rincontrare tante persone, di avere creato un’alternativa più o meno valida all’informazione in generale, nonchè di aver contribuito a far discutere su varie tematiche tante persone, che magari con idee diverse riescono a discutere su tematiche anche importanti, proponendo anche valide soluzioni o alternative ai vari problemi. Al netto delle giuste critiche, ci sono infatti storture ed esagerazione, specialmente quando in una conversazione, non sapendo controbattere ci si offende o si va sul personale, ma è sicuramente uno strumento importantissimo a cui in pochi sanno ormai rinunciare anche se fanno finta di snobbarlo. Mi son chiesto diverso volte però, quali sono i motivi che spingono molte persone non all’indifferenza, lecita, ma nell’avversare in maniera forte, fino all’”odio”, arrivando addirittura a cercare di mettere a tacere in particolar modo i gruppi locali che affrontano tematiche politiche e sociali. Ho notato però che i primi critici dei social sono quelli più “curiosi” di sapere e stranamente, quelli che si vantano di non esserci, sanno tutto quello che vien pubblicato….strano vero ?. Sono arrivato alla conclusione che se ci riferiamo alla classe politica esistono due “politici social” differenti: il primo che utilizza i social per comunicare quanto di buono fa, accettando suggerimenti, consigli e qualche critica, ma essendo consapevole di aver lavorato bene non ne ha paura, ma anzi ne trae giovamento, alle critiche risponde con serenità prendendole come spunti per il suo lavoro; il secondo è quello che vuol fare il furbetto, pensando che i cittadini siano stupidini e si arrabbia facilmente, arrivando ad un profondo fastidio quando qualcuno gli risponde interrompendo i suoi proclami e le sue autocelebrazioni, arrabbiandosi ancor di più perchè non può più veicolare i suoi messaggi a piacimento, essendo la sua attività resa immediatamente visibile e soggetta al giudizio pubblico.Conseguenza blocca l’utente indesiderato o addirittura querela cercando, con questo gesto, di evitare future critiche e di ammonire ed intimorire, a suo modo, coloro che gli si oppongono. Cosa ancor più grave è che questo secondo politico usa spesso “controfigure”, che sono persone a lui legate/devote che su suo suggerimento scrivono di tutto e di più per puro servilismo, raramente per convinzioni personali. Oggi, grazie alla “diretta”, certe dichiarazioni o proclami non corrispondenti al vero, vengono subito contraddette da fatti e circostanze che in passato potevano benissimo essere messe a tacere o non fatte sapere all’ignaro cittadino, che si beveva, suo malgrado, tutto quello che lui ed i suoi amici raccontavano tramite i canali tradizionali dell’informazione. Infatti se facciamo un passo indietro, al tempo in cui non esistevano i social e ripensiamo a come veniva gestita la comunicazione, ci rendiamo conto di come molto sia cambiato, alcuni pensano in peggio, io no. Anni fa si guardava il telegiornale nazionale, regionale o locale o si aspettava l’indomani per leggere, magari più approfonditamente, certe notizie sui quotidiani. Capitava però che certe notizie venivano filtrate o addolcite a dovere. Con l’avvento di internet tutto è diventato più difficile, non impossibile, ma l’immediatezza trasforma tutto in “tempo reale” e soprattutto senza filtri; i Tg o i giornali arrivano alcune volte dopo o spesso non arrivano proprio, volutamente. Altra categoria che non hanno tanto in simpatia i social ed i gruppi locali in genere sono i giornalisti, fortunatamente alcuni non tutti sia chiaro. L’avvento dei social e dei gruppi ha determinato in qualcuno la paura della perdita di una posizione dominate/potere, in qualcuno è nata addirittura una forma di stupida “gelosia”, ritenendo che nel giornalismo è importante solo l’arrivare per primi e non nel come dare la giusta e corretta informazione, con facebook infatti, chi viveva di scoop spesso arriva dopo. I bravi giornalisti invece, che fortunatamente anche noi abbiamo, ne hanno capito l’importanza ed sono riusciti ad utilizzarli traendone vantaggio. Vi pubblicando i loro articoli ed alcune volte prendono spunto da qualche post per poi farne articoli propri, aggiungendo il giusto professionismo; al contrario il giornalista di strada, colui che è abituato a scrivere della vecchietta che scivola, della buca o del gattino sull’albero, giustamente s’incazza perché i social lo anticipano rubandogli la notizia, e cosa più ridicola interviene dimostrando anche scarsa intelligenza. Di tutto ciò però è giusto fare una differenza netta; è chiaro che un social è una piazza virtuale ed il giornalismo è ben altro, ma spesso gli stessi addetti ai lavori questa differenza non la percepiscono e li attaccano con il chiaro intento di sminuirne l’importanza. Quindi anche oggi leggeremo o sentiremo un politico o aspirante tale, un giornalista o similare, attaccare i social dicendo di creare polemiche inutili, che ben vengano le querele etc etc…… Ciò dimostra solo una cosa, si vuol mantenere e non perdere un ruolo “esclusivo”, quello del monopolio della comunicazione, non dell’informazione, che sia chiaro so essere ben altro. Quindi per onestà intellettuale, bisogna riconoscere validità ed importanza ai social, senza pensare che si vogliono sostituire al giornalismo. Un consiglio per qualcuno, se mi posso permettere, senza che venga accusto di essere presuntuoso, lo vorrei dare. Al politico suggerisco di lavorare per l’interesse della collettività e può star sereno che nessuno sui social potrà mai attaccarlo, potrà senza a sua difesa portare il lavoro svolto. A qualche giornalista vorrei suggerire che oltre ad occuparsi della vecchietta che scivola per la buca o del gattino sull’albero, si faccia portavoce delle vere esigenze dei cittadini, con servizi dove dare ai lettori risposte chiare, esaustive e non di parte; fate sapere ai vostri lettori tutte le verità, soprattutto quelle più “scomode”, verità che spesso, in maniera maldestra, non avendo gli stessi vostri mezzi, si affrontano sui social. Affrontate tematiche calde, ad esempio sull’Ospedale Sant’Elia, sulla viabilità, sui carenti servizi offerti alla collettività dai nostri cari amministratori, insomma fate un giornalismo un po più di inchiesta al posto della sola cronaca spicciola, spesso con dei copia ed incolla vergognosi. Quel tipo di giornalismo è semplice, magari fatelo anche più critico, ogni tanto dare qualche “schiaffetto” a qualcuno male non fa di certo. Di questo ha bisogno la città, chi ricorda SOS TCS ricorderà che li veramente venivano denunciate, senza timore alcuno, le cose che non andavano in città, dando voce ai cittadini…se i social proliferano e gli iscritti nei gruppi aumentato qualche domanda miei cari fatevela. I cittadini vogliono sapere alcune cose che spesso non vengono riferite, escono spesso problemi che mai nessuno ha scritto o detto. Cari signori, il merito o la colpa, non è di chi scrive o amministra un gruppo, ma di chi si rende poco credibile; fate vero giornalismo e vedrete che i social, ed i gruppi locali in particolare, non avranno più motivo di esistere. Cosa ancor più grave è quando non date libero spazio alla voce di alcuni cittadini,dimostrando o di temerli o di aver paura di far arrabbiare qualcuno. Va comunque detto che non tutti, fortunatamente, si comportano così, ancora c’è qualche quotidiano on line e non che con il “riceviamo e pubblichiamo”, tanto preso in giro, o “la voce ai lettori” da libero spazio a chi vuol dissentire o dare la propria opinione. Fortunatamente i social sono liberi e nessuno spero pensi mai ad una forma di bavaglio; dissentire, criticare con rispetto ed educazione è un segno di democrazia e libertà, che probabilmente qualcuno non tollera. Ringrazio sempre chi da spazio a me, ai cittadini e perché no…anche al Pettirosso Nisseno 4.0.
Ad Maiora Sergio Cirlinci