Ci sono otto italiani e cinque romeni tra gli arrestati nell’operazione “Draci”, condotta nella notte dalla Squadra mobile di Enna con il supporto di reparti della polizia di altre province e coordinata dalla procura ennese, che ha portato a 13 fermi di indiziato di delitto. Una banda specializzata nei furti di mezzi agricoli e di cantiere capeggiata da un catanese e da un romeno. Almeno una trentina i colpi nel corso di quest’anno tra Enna, Catania e Caltanissetta.
Secondo le accuse i capi della banda, un romeno – Madalin Ionut Finaru rumeno, 24 anni – e un catanese – Fabrizio Marino, 27 anni – dirigevano dalla ‘sede operativa’ di Ramacca, l’intera organizzazione, gestendo i rapporti con gli altri componenti, custodendo temporaneamente escavatori, camion, trattori, e altri mezzi agricoli rubati e occupandosi della succedeva vendita. Una gang ben organizzata nella quale ciascuno svolgeva un preciso ruolo, da chi si occupava materialmente dei furti a chi controllava la zona durante i colpi. Le aziende venivano individuate sulla base dei mezzi posseduti, e mediamente il valore di quanto sottratto oscillava tra i 10 ed i 50 mila euro.
Le indagini hanno permesso di accertare che uno dei boss dei furti, quando metteva a segno i colpi, portava con se’ il figlio di 5 anni, probabilmente per non destare sospetti in caso di controlli delle forze dell’ordine. Le cimici collocate nell’abitazione dell’uomo, separato dalla moglie, hanno permesso di intercettare alcune conversazioni dalle quali emerge che il bimbo, parlando con la nonna, diceva: “Questa sera vado a lavorare con papa’, perche’ dobbiamo mangiare”. Il piccolo preferiva stare col padre e insisteva nel volere guidare i veicoli rubati, quasi fosse tutto un gioco.
Una trentina i furti messi a segno nelle province di Enna, Catania e Caltanissetta, tra gennaio e novembre, con una media di 3 colpi al mese, anche se la banda aveva cominciato a colpire con maggiore frequenza tra settembre e ieri, quando sono scattati i fermi proprio per porre fine all’attivita’ che ha pesantemente danneggiato le imprese colpite. Gli indagati sono stati associati a varie carceri siciliane. L’operazione, particolarmente complessa, ha visto il coinvolgimento di circa un centinaio di poliziotti della Squadra mobile di Enna, del Commissariato di Piazza Armerina, della Squadra mobile di Catania, dell’Ufficio prevenzione generale, dei Commissariati di Leonforte e Nicosia, della Compagnia Carabinieri di Palagonia, e stazione carabinieri di Ramacca, coordinati dal procuratore di Enna, Massimo Palmeri, e dei sostituti Giovanni Romano, Domenico Cattano e Orazio Longo. In manette sono finiti Madalin Ionut Finaru rumeno, 24 anni, residente a Ramacca (Catania); Fabrizio Marino, catanese, 27 anni, residente a Ramacca con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio; Alfio Di Stefano, catanese, 35 anni, residente a Ramacca; Georgian Dan, rumeno, 31 anni, residente a Ramacca; Giuseppe Balsamo, catanese, 30 anni; Giuseppe Calogero Ghinnici, catanese, 32 anni residente Paterno’; Loris Salvatore Di Benedetto, catanese, 20 anni, residente a Ramacca; Angelo Samuele Compagnino, catanese, 23 anni residente a Ramacca; Dumitru Ilie, rumeno, 33 anni, residente a Ramacca; Giovanni Curello, catanese, 21 anni, residente a Ramacca; Mihaita Sandu, rumeno, 32 anni, residente a Ramacca; Andrea Carmelo Cono Schepis, di Messina, 45 anni, residente a Paterno’; Anthony Schepis, catanese, 20 anni, residente a Paterno’.