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Maltempo: abusivismo in Sicilia al 49%, “mappa rischio illegalita'” 

Redazione

Maltempo: abusivismo in Sicilia al 49%, “mappa rischio illegalita'” 

Lun, 05/11/2018 - 17:46

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PALERMO – L’abusivismo edilizio in Sicilia sfiora il 49%. “Questo dato e’ inaccettabile, le istituzioni e la politica facciano la loro parte, schierandosi apertamente contro chi costruisce nell’illegalita'”, e’ il commento di Paolo D’Anca, segretario generale della Filca Cisl Sicilia, “piangiamo oggi queste povere vite spezzate in un giorno di festa come abbiamo pianto i morti di Giampilieri, quelli di Scaletta Zanclea e di altri eventi disastrosi simili a questi, pensando ogni volta che probabilmente questi drammi avrebbe potuto essere evitati. La magistratura fara’ luce su questa vicenda ma anche solo ragionando in termini di buon senso, si capisce come costruzioni cosi’ vicine all’alveo di un fiume fossero a rischio”.
Un dato che si aggiunge a quel 90% dei Comuni siciliani con aree a rischio idrogeologico, in base alla fotografia dell’ultimo rapporto redatto dall’Ispra secondo il quale 360 Comuni isolani hanno aree interessate a pericolosita’ da frana (elevata o molto elevata) o idraulica (elevata o molto elevata); circa 120 mila abitano nelle aree con pericolosita’ da frana e 20 mila in quelle a pericolosita’ idraulica; 50 mila edifici sono a rischio frane, 14 mila a rischio idraulico.

Cosi’ e’ ritenuto fondamentale che siano utilizzate subito le risorse stanziate per la Sicilia nel Fondo nazionale del Piano “ItaliaSicura”, che ammontano a circa di 16 milioni di euro (il 16% del totale nazionale di 100 milioni) mirato a finanziare un totale di 71 ulteriori progetti esecutivi.
La cementificazione selvaggia, ragiona il sindacalista, porta a questi risultati. Tutte le catastrofi avvenute in Sicilia in questi anni “avrebbero dovuto essere un monito e invece nulla di concreto e’ stato fatto”. L’abusivismo edilizio porta con se’ sacche di lavoro nero e di mancanza di regole essenziali di sicurezza e i lavoratori edili, nonostante la crisi che continua a colpire il comparto, “non accettano compromessi, non intendono sottostare alla logica del maggiore profitto con i minori costi nella realizzazione di un edificio. Noi vogliamo lavorare secondo le regole, per costruire case sicure in luoghi sicuri”.
Tra le proposte quella di riunire un comitato di cui facciano parte gli organismi amministrativi competenti, come gli Enti locali, i vari rami dell’amministrazione regionale, le associazioni datoriali e le sigle sindacali, “per una mappa del rischio in Sicilia”. Occorre avere un quadro dettagliato non soltanto delle zone rosse per il rischio idrogeologico, ma di tutte le aree pericolose sotto il profilo dell’abusivismo edilizio: “Dobbiamo evitare concretamente che si verifichino altre tragedie come Casteldaccia”, conclude.